Casa dello studente, progetto al via Edifici gestiti con l’automazione 

È arrivata all’Adsu la nota del Miur, comincia l’iter che porterà al bando per i lavori a marzo 2020 Berardinelli: riqualifichiamo un quartiere. Sorgi: la domotica ridurrà i costi di amministrazione

TERAMO. Da ieri è iniziato l’iter per la costruzione della Casa dello studente. L’altroieri sera infatti è arrivata all’Adsu una Pec dal ministero che comunica che si deve dare avvio alla procedure previste dal bando. Il progetto presentato dall’Adsu infatti è arrivato in ottima posizione, 27° su 96 progetti presentati, accedendo dunque ai finanziamenti richiesti, cioè 9 milioni 970mila euro.
Più che soddisfatto Paolo Berardinelli, presidente del consiglio d’amministrazione dell’Adsu, che conclude il mandato avviando il recupero di uno stabile molto importante, sotto diversi aspetti, per la città. «Rappresenta plasticamente il mandato di questo consiglio, che ha raccolto le esigenze dell’università e le ha riversate con effetti positivi sulla città tutta, mantenendo fede al proprio impegno istituzionale. Un risultato possibile grazie alla sinergia con tutti gli enti della città: dall’università, al Comune, alla Provincia, alla Asl, alla Sovrintendenza, alla Fondazione Tercas, all’associazione Diritti diretti, al dipartimento di architettura della D’Annunzio. È vero che creiamo 212 alloggi per gli studenti, ma riqualifichiamo una parte degradata della città a causa di un complesso inutilizzato ormai fortemente deteriorato». L’unico rammarico è il mancato cofinanziamento della Regione, anche per una piccola cifra, che se all’epoca fosse stato concesso avrebbe fatto salire in graduatoria ancor di più il progetto teramano.
Ma questa è storia. L’Adsu guarda al futuro, e anche a breve termine. «Entro 120 giorni dobbiamo certificare la titolarità del bene e non è un problema: già ce l’abbiamo», spiega Antonio Sorgi, direttore dell’Adsu, «entro 210 giorni, poi, dobbiamo presentare il piano economico-finanziario della gestione della struttura, per un quinquennio». Sarà improntata a criteri innovativi, che garantiranno una riduzione dei costi. «Intanto basilare», riprende Sorgi, «saranno i 300mila euro all’anno di mancati pagamenti della quota-alloggio ai borsisti, che ora dobbiamo assicurare perchè non c’è la Casa dello studente. Poi con la domotica contiamo di abbattere i costi per vigilanza, sicurezza e portineria. Ad esempio non ci saranno portieri, ma totem in cui lo studente o il visitatore passeranno il badge o il “qr corde” per entrare». Inoltre, continua il direttore, gli studenti saranno soggetti attivi della gestione. Gli edifici, dotati di solare termico e fotovoltaico con accumulo in batteria, saranno quasi autosufficienti dal punto di vista energetico. Gli studenti, che dovranno pagare l’energia, potranno compensare fornendo servizi come la manutenzione del parco. Inoltre nel terzo edificio, quello più in alto, sarà creata una foresteria che fornirà altri introiti con le rette dei ricercatori ospiti. Senza contare gli affitti dei locali al pianterreno dell’edificio fronte strada, che ospiterà ad esempio una palestra o una pizzeria. O la possibilità di ospitare gli studenti delle “summer school” all’università, ovviamente dopo un accordo con quest’ultima.
Secondo le previsioni a marzo 2020 si potrà procedere alla gara per appaltare i lavori, che dovrebbero iniziare a fine 2020 per essere conclusi due anni dopo.
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