TERAMO

Caso Kissy, nessun ritardo nei soccorsi: prosciolta l'infermiera

Dopo un anno di indagini è stato appurato che l'operatrice telefonica del 118 intervenne correttamente per Gabriella Nardini. Il sindacato: "Esposta alla gogna mediatica sui social"

TERAMO. "Le indagini, eseguite del pm hanno confermato la correttezza dell’operato dell’infermiera del 118". Commenta così il sindacato degli infermieri NurSind la conclusione del caso Kissy che vedeva un'infermiera operatrice telefonica accusata di rifiuto di atti di ufficio, omicidio colposo ed omissione di soccorso. Il giudice delle indagini preliminari Roberto Veneziano ha archiviato il procedimento penale nei confronti dell'infermiera e il sindacato, che l'ha assistita con l'ufficio legale, ritiene che alla donna è stato finalmente riconosciuto il suo lavoro.

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Il caso Kissy prende il nome da Gabriella Nardini morta a 66 anni in ospedale il 2 marzo 2018 a seguito di una emorragia cerebrale. Quando la donna si sentì male in strada qualcuno sui social paventò un ritardo nei soccorsi. Su denuncia dei familiari della vittima la procura della Repubblica del Tribunale di Teramo aprì l'inchiesta per accertare eventuali responsabilità del personale del 118, ed in particolare dell’operatore telefonico, l'infermiera E.B., che, secondo le accuse mosse pubblicamente da un giovane accompagnatore della donna, aveva ritardato ed anzi omesso i dovuti soccorsi.

"Tante le sollecitazioni che l’infermiere ha dovuto sopportare, sia a livello lavorativo che sociale vedendosi accusata ingiustamente, travolta dalla gogna mediatica che non le ha dato possibilità di contraddittorio", ricorda il sindacato in una nota a firma del segretario provinciale Giuseppe De Zolt.

La svolta c'è stata nel corso della perizia medico-legale del dottor Cristian D’Ovidio, con l’indagata assistita nella fase delle indagini preliminari dell'avvocato Mira De Zolt e da Giuseppe Sciarra, perito di parte.