Casoli, per la frana primo intervento da 850mila euro 

Per ora verrà messa in sicurezza la strada, poi si dovranno trovare altri fondi per ricostruire le case sgomberate

ATRI. La Regione stila un piano d’interventi da quasi un milione di euro per la frana di Casoli di Atri. Ieri mattina c’è stato un nuovo sopralluogo nella zona dove nel gennaio scorso 12 famiglie che risiedevano in due palazzine e tre case singole sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni. Alla presenza di tutti gli interessati sono stati visionati i progetti preliminari predisposti dai tecnici ed è stato stilato un primo piano di interventi che prevede la messa in sicurezza del tratto di Provinciale 27 con lavori di drenaggio ed opere rigide di contenimento (paratie di pali) e terre armate per la riprofilatura del versante. I fondi sinora disponibili sono 850mila euro, disposti dalla Regione Abruzzo, mentre altre risorse arriveranno da Protezione civile, Regione e Provincia.
Tra i presenti al sopralluogo oltre a tanti cittadini c’erano il sindaco di Atri Gabriele Astolfi, l’assessore all’urbanistica Domenico Felicione, il sottosegretario regionale Mario Mazzocca ed esponenti della Protezione civile regionale e nazionale. «Questo ulteriore sopralluogo – ha detto Astolfi – ricorda quanto sia urgente la messa in sicurezza di tutta l’area e la necessità delle famiglie interessate di rientrare nelle proprie abitazioni, oltre al ripristino della sicurezza della rete viaria. L’auspicio è che i tempi siano celeri soprattutto data l’incombenza di un nuovo inverno».
La frana è lunga circa 250 metri, con un'ampiezza di circa 80 e una profondità tra i 3 e 5 metri. L’avvocato Wania Della Vigna, che rappresenta le famiglie evacuate, ha dichiarato: «Dalla Protezione civile abbiamo potuto constatare che c’è l’ipotesi di far rientrare nelle proprie abitazioni le famiglie allontanate. Ma potrebbero essere dislocate anche in un’area adiacente. Le famiglie non hanno bisogno di alloggi temporanei poiché sono ormai sistemate altrove con contratti di locazione, attendono invece la ricostruzione definitiva».
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