Centrale della Cona, sì al trasferimento 

L’impianto sarà spostato dall’altra parte della strada. L’opposizione: «Solo un contentino». La maggioranza: «Meglio di niente» 

TERAMO. Lo spostamento di pochi metri è meglio che niente. Con questa motivazione la maggioranza e una parte dell’opposizione hanno dato il via libera in consiglio comunale al progetto di trasloco della centrale elettrica della Cona. L’intervento, finanziato dalla Regione con 2,5 milioni del Masterplan, non sarà quello auspicato oltre vent’anni fa di portare l’impianto lontano dal quartiere. Accantonata l’ipotesi di trasferirla in contrada Gattia, per costi eccessivi e rischi idrogeologici dell’area fluviale individuata, la centrale verrà riposizionata dall’altra parte della strada rispetto alla collocazione attuale al centro della Cona. Proprio su questo punto, da cui dipende la valutazione sull’efficacia dell’operazione, si sono concentrate le osservazioni critiche della minoranza di centrodestra e del Movimento 5 stelle. Per questa parte dell’opposizione, il cui voto è stato contrario, il progetto avrebbe necessitato quanto meno di un’ulteriore riflessione in quanto prefigura una soluzione di ripiego insufficiente sia per l’impatto ambientale che per quello urbanistico.
«Non è una delocalizzazione, ma uno spostamento», ha affermato Raimondo Micheli (Fratelli d’Italia), «per il quale l’Enel non sborsa un centesimo e a pagare sono i cittadini con fondi pubblici». I 2,5 milioni disponibili, a detta di Mario Cozzi (Forza Italia), potevano essere utilizzati per il recupero dell’ex fornace Scimitarra fornendo comunque il quartiere di uno spazio per la collettività. Franco Fracassa (Futuro in) ha posto il problema delle 40 famiglie che abitano nei pressi dell’area dove sarà trasferita la centrale Enel e che si ritroveranno le loro case svalutate e con i disagi creati dalla presenza dell’impianto. Per Giandonato Morra, invece, la questione è politica e attiene ai rapporti tra Comune ed Enel sbilanciati a favore quest’ultima e sfociati nel «contentino inaccettabile» del trasloco di pochi metri. Dubbi sono stati espressi anche da Giovanni Cavallari: «Non si può essere felici per questa soluzione che presenta ancora molti punti d’incertezza». Per il consigliere, però, hanno un peso anche i vantaggi in termini di riqualificazione dello spazio che sarà liberato dalla centrale e di innovazione tecnologica a tutela anche dell’ambiente connessa all’attivazione dell’impianto dall’altra parte di via Cona. Cavallari, dunque, si è espresso a favore insieme all’altro rappresentante dell’opposizione Graziano Ciapanna della lista civica di Mauro Di Dalmazio, che ha sostenuto la visione ottimistica dell’intervento paragonandolo a un «bicchiere mezzo pieno». La maggioranza da un lato ha richiamato con Andrea Core (Insieme possiamo) le responsabilità della passata amministrazione di centrodestra «che in 15 anni non ha fatto nulla per risolvere il problema della centrale della Cona»; dall’altro ha posto in risalto gli aspetti positivi dell’intervento. Sia Luca Pilotti che Francesca Chiara Di Timoteo del Pd hanno evidenziato la prospettiva di riqualificazione urbanistica che consentirà di trasformare in una piazza l’area lasciata libera dalla centrale. «Tutti avremmo voluto un progetto diverso», ha fatto rilevare il sindaco Gianguido D’Alberto, «ma l’alternativa al nulla del passato sarebbe stato il nulla anche in futuro». Il primo cittadino ha raccolto la sollecitazione lanciata da Morra sull’esigenza di riequilibrare i rapporti di forza con l’Enel, additata nel corso del dibattito anche per i gravi disservizi creati durante l’emergenza neve e terremoto di inizio 2017 e altre situazioni critiche, confermando che una volta partito l'intervento sarà portato a termine senza possibilità di ripensamenti.
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