Centri del cratere verso lo spopolamento 

Persi ufficialmente cinquemila abitanti ma in realtà sono di più perché molte persone vanno via ma conservano la residenza

TERAMO. È allarme spopolamento nell’entroterra teramano. Dal 2009 al 2018 i sedici comuni del cratere sismico hanno perso 5.495 residenti, facendo registrare un -5,27% della popolazione totale. Uno studio sull’andamento demografico effettuato dallo Spi-Cgil di Teramo su dati Istat che è stato illustrato ieri mattina nella sede del sindacato. Un trend negativo che si basa sull’effettivo cambio di residenza risultante dagli atti comunali, ma che nella realtà è molto più consistente perché non tiene conto di tutte le persone che si sono di fatto trasferite sulla costa pur mantenendo la residenza nel comune di origine.
Un fenomeno già in atto da tempo, ma che nell’ultimo decennio ha portato a un sensibile decremento della popolazione che desta non poca preoccupazione e per il quale lo Spi si sta muovendo con una serie di iniziative. «In dieci anni», ha detto Geppino Oleandro, segretario generale Spi-Cgil Teramo, «le zone interne del Teramano hanno perso per spopolamento un comune paragonabile a quello di Isola del Gran Sasso e tutta la provincia ha avuto un decremento di popolazione. Il terremoto ha sicuramente accentuato il fenomeno, ma il tutto è iniziato già prima con la perdita di alcuni servizi essenziali come uffici postali e sportelli bancari. Inoltre i comuni che perdono maggiormente presenze sono quelli dove mancano luoghi di aggregazione ed è per questo che la ricostruzione degli edifici è importante e si deve velocizzare, ma è necessario rigenerare il tessuto urbano, sociale, umano e fornire servizi adeguati ed efficienti».
E due comuni colpiti dagli eventi sismici, Castelli e Isola, sono stati scelti dallo Spi come sedi dell’annuale festa provinciale del mensile del sindacato pensionati “LiberEtà”. Il prossimo fine settimana, attraverso itinerari d’arte e di solidarietà, confluiranno sul territorio della Valle Siciliana delegazioni dall’Abruzzo, Molise e da Bologna. «Abbiamo scelto di aprire la festa venerdì a Castelli e proseguirla nei due giorni seguenti nella frazione di San Pietro di Isola per dare un segnale importante che si può ripartire e ridare vita a queste zone», ha spiegato Nino Catini, segretario Cgil-Spi Laga-Gran Sasso, Montorio e comuni cratere. «È necessario fare rete tra i comuni dell'interno per uscire dalla situazione di impasse che purtroppo stanno vivendo». Un ricco programma di arte, musica, gastronomia, natura, giochi popolari con la consegna dei doni dello Spi Bologna, Abruzzo e Teramo finanziati da una raccolta fondi tra i tesserati.
«A Castelli», hanno detto Mario Trasatti della segreteria Spi provinciale e Fausto Pedicone, segretario dello Spi Monti della Laga, «inaugureremo venerdì pomeriggio il binocolo posizionato sul belvedere che permette di ammirare tutta la catena del Gran Sasso e sabato a San Pietro il parco polifunzionale e intergenerazionale “ Lu fraschear” realizzato con la collaborazione dell’associazione locale "Taruss". E c’è anche un terzo progetto in itinere per Montorio al Vomano. Due momenti significativi di condivisione e solidarietà che permetteranno alla delegazione emiliana la visita dei posti più belli del nostro territorio». E la riprogettazione delle aree interne sarà il tema della tavola rotonda che si svolgerà sabato alle 17,30 al Museo delle acque di San Pietro. «Chiederemo soluzioni e proporremo progetti ambiziosi come l'ospedale di comunità», ha concluso Oleandro, «l’entroterra deve rinascere e non può farlo se non uniamo tutte le nostre forze».
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