Circolo teramano, inagibile la storica sede 

Difficile fare la ricostruzione anche perché non si sa chi sono gli oltre 150 proprietari della sede di via Costantini. L’attività spostata in altri locali

TERAMO. Il terremoto ha colpito al cuore il Circolo teramano. La splendida sede di via Costantini è quasi tutta inagibile e la storica istituzione ha dovuto abbandonarla. Un colpo per il Circolo che ormai da un secolo gestisce con un comodato d’uso quello che fu un dono di alcune famiglie benestanti teramane alla città: un luogo di ritrovo e di rappresentanza. L’elegante salone delle feste ha ospitato nei decenni gli appuntamenti più importanti della vita cittadina.
PIÙ DI 150 PROPRIETARI. Ora il Circolo è ospite dei locali di un socio, in via Nazario Sauro, ma ovviamente la situazione è diversa rispetto alla prestigiosa sede di 650 metri quadri in via Costantini. Non si sa, d’altronde, quando si potrà rientrare in possesso della sede storica. Il condominio – che ospita fra l’altro uffici privati e del Comune e abitazioni – ha presentato un progetto per la messa in sicurezza all’ufficio speciale per la ricostruzione, ma ancora è tutto bloccato. La situazione particolare della proprietà del Circolo, d’altronde, non aiuta: la proprietà della sede è divisa in una serie di quote, in quanto negli anni sono subentrati gli eredi e gli eredi degli eredi. Si stima che i proprietari siano più di 150. E non tutti sono noti, a causa delle molteplici successioni avvenute nel corso degli anni. Non c’è dunque una proprietà ben definita che possa a pieno titolo prendere in mano l’aspetto burocratico della pratica.
144 ANNI DI VITA. «L’atto costitutivo del “Casino teramano” (oggi Circolo teramano) venne redatto il 10 luglio 1874 dal primo consiglio direttivo di allora, formato da sette membri. Questo primo regolamento fu poi stampato dalla Tipografia Scalpelli», ha ricostruito Tania Bonnici Castelli, giornalista per anni socia del Circolo, «il primo presidente è stato Giuseppe Cerulli Irelli con Nicola Palma vice, seguiti da tre ispettori: l’avvocato Dionisio Mezzucelli, Pasquale Ferraioli e Vincenzo De Fabritiis. C’era poi il cassiere, Berardo Cerulli e il segretario Achille De Carolis. Dal 1874 in poi sono stati redatti molti altri regolamenti che hanno scandito la vita del Casino teramano. Nel tempo sono state modificate parole e prescrizioni in base alle epoche che cambiavano e alla mentalità delle nuove generazioni. Ma leggendo l’articolo 1 del primo statuto si comprende come l’idea di quei primi soci sia ancora la stella polare di questa antica istituzione cittadina». E infatti si legge: «E’ costituita in Teramo una Società che assume il titolo di Casino teramano, scopo della quale si è di avere un luogo di ritrovo, ove possono i Soci agevolmente adunarsi, conversare, leggere, trattenersi in oneste ricreazioni e contribuire al decoro della Città».
La sede arriva il 1° maggio 1923: con un atto del notaio Berardino Striglioni ne’Tori, Enrichetta Pompetti Di Carlo, maritata Filiani, vendette a 63 soci del Casino teramano l’immobile al secondo piano di via Costantini, al civico 7, con la destinazione esclusiva di essere usato come sede della società fino a quando questa fosse esistita. L’appartamento venne pagato 120mila lire. I firmatari dell’atto di acquisto, per conto degli altri soci, furono Luigi Paris e Ignazio Marcozzi Rozzi. Negli Anni Trenta un altro passo fondamentale – ricostruisce sempre Bonnici Castelli – il cambio del nome, da “Casino” a “Circolo”.
TANTE ATTIVITA’ PER LA CITTA’. Da allora il salone delle feste ha ospitato una serie di eventi, dal Carnevale in maschera ai corsi della rinomata scuola di bridge e ultimamente i tornei di burraco, ma anche cene di beneficenza, presentazioni di libri, mostre, solo per citare alcune attività. «Ora abbiamo perso tutte le iniziative sociali», fa notare l’ex presidente Donato Patella, «non possiamo più ospitare gli enti della Croce Rossa nè quelli delle Vincenziane, ad esempio. Questo circolo faceva una serie di attività destinate non solo ai soci ma anche alla città».
LE DIFFICOLTA’ ATTUALI. Dopo il terremoto si sta riducendo anche il numero di soci, ormai un centinaio: sono state perse in poco tempo più di una trentina di iscrizioni. Il pericolo è che se non ci saranno iniziative forti il Circolo si spenga lentamente. Il Circolo d’altronde paga, come ha sempre fatto, una serie di spese ordinarie e straordinarie per la sede storica. Il trasloco nella sede provvisoria è costato sui 10mila euro. E non ha diritto all’autonoma sistemazione, non essendo nè impresa nè famiglia. D’altronde dopo il sopralluogo della Protezione civile sono rimasti agibili solo il bar e due stanze. E, viste le crepe sui muri, nessuno si è preso la responsabilità di usare la sede storica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA