Coppa Interamnia, è sempre l’anno zero 

L’annunciata programmazione insieme al Comune non c’è stata, l’organizzazione corre contro il tempo come al solito

TERAMO. La Coppa Interamnia quest’anno si giocherà un po’ più tardi del solito, dall’8 al 14 luglio, per evitare la concomitanza con un altro grande torneo di handball giovanile che si svolge in Svezia. L’unica cosa certa è questa, per il resto – com’è tradizione – il programma del torneo che rappresenta il maggiore evento estivo di Teramo è tutto ancora da delineare. Per il patron Pierluigi Montauti e i suoi collaboratori, insomma, l’anno numero 47 dell’Interamnia è come fosse l’ennesimo anno zero.
Montauti, ci rassicuri: la Coppa si farà? C’è un silenzio assordante...
«Si farà, si farà. Grazie di aver chiamato, lei è stato l’unico. Qui il menefreghismo è totale e i problemi sono sempre quelli».
Ma non doveva cambiare tutto con la nuova amministrazione?
«In verità solo il Comune sta mostrando interesse, il sindaco D’Alberto vuole valorizzare la Coppa e coinvolgere altri enti, qualcosa si muove. Insomma, vedo più apertura e volontà di fare rispetto al passato. Ma è adesso che con loro stiamo cominciando a toccare i temi più scottanti. Purtroppo la Coppa viene data per scontata, durante l'anno non si fa niente e ci si riduce all'ultimo momento».
Non doveva esserci una programmazione concordata insieme al Comune?
«Sì ma non c'è stata, io avevo uno schema di tutto quello che si poteva fare ma poi vedi che quello non si può fare, quell'altro neanche, e ti scoraggi. Comunque siamo pronti a fare il torneo nel migliore dei modi. Le dimensioni? Saranno più o meno come quelle dell'anno scorso, il torneo è vivo anche se di tornei come questo ormai ce ne sono tantissimi. Del resto il nostro non si può ingrandire più di tanto perché Teramo ha i suoi limiti logistici. Il torneo delle nazionali? Non so se ci sarà, dipende dalla Federazione. Gli eventi collaterali? Credo saranno i soliti. La questione sta tutta nei soldi, per fare cose di un certo pregio ci vogliono i soldi e non ce sono più in giro, sia da parte dei privati (le sponsorizzazioni sempre più difficili) che degli enti pubblici. Tamponiamo con le iscrizioni ma non basta, anche perché vengono meno squadre di una volta».
Insomma, sembra di capire che è sempre più difficile fare la Coppa.
«Infatti. Una volta i Comuni si offrivano di ospitare le squadre nelle scuole e di farle mangiare, da sette-otto anni non lo fa più nessuno. Le nazionali una volta dormivano a scuola, ora chiedono l'albergo. E dobbiamo darglielo sulla costa perché a Teramo non c’è ricettività. C'è un altro aspetto: una volta arrivavano gli stranieri e in città era una festa, adesso la gente si è abituata ed è anche un po’ scocciata. Se ci fosse la volontà comune di rivedere le potenzialità che questa cosa esprime, allora ok. Ma bisogna crederci e investirci. E i soldi dove stanno?».
Vedremo l’edizione numero 50?
«Credo di sì. Vorremmo arrivare al cinquantennale nel modo migliore, ma bisognerebbe prepararlo in questi tre anni».
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