D’Alberto: «Date più soldi a Teramo» 

È la richiesta avanzata dal sindaco al commissario per la ricostruzione Farabollini nel corso della cabina di coordinamento

TERAMO. Velocizzare i tempi di approvazione delle modifiche al Decreto sisma, «più volte annunciate e promesse dal Governo, ma che ancora non vedono la luce». È la richiesta avanzata dal sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto, in qualità di delegato Anci per il cratere abruzzese, nel corso della prima riunione della cabina di coordinamento del sisma del centro Italia 2016-2017 che si è svolta ieri a Roma con il commissario Piero Farabollini .
Nel corso della riunione D’Alberto è tornato a sollecitare l’approvazione di quelle modifiche che riguardano in particolare la proroga dei co.co.co., l’accelerazione della ricostruzione pubblica, compresi gli edifici Ater, il potenziamento delle risorse umane e finanziarie e l’assegnazione, su base volontaria, delle funzioni sulle pratiche B e C ai Comuni con contestuale aumento di personale in dotazione. Un punto, quest’ultimo, sul quale i sindaci non hanno ancora avuto risposta. «I tempi di attesa sono ormai scaduti», ha dichiarato il primo cittadino al termine della riunione, «e anche i tempi di sopportazione dei nostri cittadini. Tutti insieme e a tutti i livelli istituzionali, siamo pronti a far sentire la nostra voce e quella delle nostre popolazioni ferite». Il sindaco, in qualità di delegato Anci, ha ricordato come ad oggi la ricostruzione sia ancora ferma, sottolineando «la perdurante ingiustizia» del riparto dei fondi. «Alla nostra Regione sono state attribuite dall’inizio solo il 10 per cento delle risorse, nonostante gli ingenti e superiori danni», ha ricordato D’Alberto, «È stato comunque verbalizzato l’impegno, da parte del commissario Farabollini, di chiedere al Governo un serio e immediato riequilibrio nella distribuzione del personale da assegnare all’Usr e ai Comuni in sede di approvazione del prossimo decreto legge».
A due anni dalle ultime scosse che hanno devastato il centro Italia i ritardi nella ricostruzione post sisma stanno mettendo a dura prova i territori, soprattutto quello teramano. All’interno del cratere abruzzese, dove ci sono anche diversi comuni che rientrano nel cosiddetto doppio cratere (quello del 2009 e quello del 2016), ad aver subito i maggiori danni è stata infatti proprio la provincia teramana. A ricordarlo, qualche settimana fa, è stata la Cgil nel corso della visita del segretario generale della camera del lavoro Maurizio Landini nelle quattro regioni del centro Italia colpite dal sisma: su 103mila persone residenti nei comuni del cratere abruzzese ben 95mila si trovano nei comuni del teramano, che conta anche il 65 per cento degli immobili danneggiati, con un totale di 7mila sfollati di cui 4mila solo nel comune di Teramo. Famiglie che ancora oggi sono costrette a vivere fuori dalle proprie abitazioni, con ben mille nuclei familiari ancora assistiti con il contributo di autonoma sistemazione. Una situazione insostenibile, a due anni dal sisma, con il sindaco di Teramo e i suoi colleghi abruzzesi che adesso chiedono una decisa accelerazione, pronti a far sentire la propria voce. (a.m.)
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