D’Alberto: scriveremo noi sindaci le norme per la ricostruzione 

«Le 200 unità di rinforzo a Comuni e Usr previste dal decreto “sblocca cantieri” sono ridicole Serve una nuova legge che raccolga le proposte dei primi cittadini del cratere o resteremo al palo»

TERAMO. «Questa volta le norme per accelerare la ricostruzione le scriviamo noi». Gianguido D’Alberto parla a nome dei sindaci del cratere sismico del Centro Italia. Prende spunto dalle critiche rivoltegli dal deputato grillino Fabio Berardini sulla mobilitazione da lui promossa contro le misure giudicate irrisorie per l’emergenza post sisma contenute nel decreto “sblocca cantieri” e rilancia l’iniziativa.
«Nonostante gli impegni e le promesse del sottosegretario Vito Crimi le risposte sono state insufficienti», osserva, «se questo, come ha detto lo stesso rappresentante del governo, fosse l’ultimo provvedimento per il terremoto del Centro Italia, la ricostruzione sarebbe destinata a non partire e i nostri territori resterebbero in ginocchio». Il parlamento ha accolto la richiesta di trasferire ai Comuni le pratiche degli immobili con danni lievi, classificati B e C, ma è stata di fatto ignorata l’altra condizione indicata: quella di rinforzare gli organici degli enti. «Il decreto sisma destina appena 200 unità di personale per 193 Comuni e per gli Usr», ricorda D’Alberto, «ditemi se non è una presa in giro». Per il trasferimento delle competenze, tra l’altro, sarà necessaria un’ordinanza da parte del commissario Piero Farabollini. «Il governo gli dica di fare subito questo provvedimento e noi presenteremo la richiesta», insiste il sindaco, «ma con 200 unità in tutto non andiamo da nessuna parte».
Serve, dunque, un nuovo decreto legge o un disegno di legge che recuperi le proposte dei Comuni non inserite nello “sblocca cantieri”. «Le riassumeremo in dieci punti», spiega D’Alberto, indicando tra questi lo snellimento della ricostruzione pubblica e l’attivazione di una stazione unica appaltante nell’ufficio speciale. Il sindaco sottolinea la «piena sintonia istituzionale con il governatore Marco Marsilio su questo tema» e striglia i parlamentari di governo. «Nessuno di loro ha partecipato alla mia audizione alla Camera su questo tema», fa notare, «con loro non c’è stato alcun confronto: hanno parlato due giorni fa, a decreto approvato». D’Alberto ritiene inaccettabile la contestazione mossagli da Berardini secondo cui la mobilitazione dei sindaci ospitata sotto la loggia del Comune inagibile crea un danno d’immagine alla città. «Perché i parlamentari non vanno a dire questo ai cittadini di Colleatterrato che vivono il dramma dell’emergenza?», replica il sindaco, «ci rendiamo conto di qual è il livello di rappresentanza con affermazioni del genere?». Secondo D’Alberto sarebbe necessario un ripensamento da parte di Berardini. «Dovrebbe chiedere scusa», sottolinea, «perché si è trattato di una mancanza di rispetto non tanto verso il sindaco ma nei confronti dei cittadini che continuano a subire le conseguenze del sisma». D’Alberto auspica di poter incontrare in città il premier Giuseppe Conte per un «confronto diretto su quello che non è stato fatto» e conferma l’impegno dei sindaci del cratere. «La partita resta aperta, scriveremo noi le norme», conclude, «questo significa farsi portavoce delle istanze del territorio».
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