Da tutto il mondo per il nuovo santuario

A Isola più di cinquemila fedeli hanno assistito alla consacrazione, fra questi anche i pronipoti di San Gabriele

ISOLA DEL GRAN SASSO. Più di cinquemila persone arrivate da tutta Italia, ma anche dal Belgio, dal Canada, dagli Stati Uniti e dall'Australia hanno voluto partecipare ieri alla consacrazione del nuovo santuario di San Gabriele. Molti erano coloro – tanti emigrati all’estero – che con le proprie donazioni hanno reso possibile la costruzione dell’imponente cattedrale. Ma c’erano anche coloro – artigiani, manovali, fabbri – che in 40 anni l’hanno materialmente realizzata.

E per la lunga cerimonia di consacrazione di uno dei più grandi santuari moderni d'Europa, che ospita ogni anno più di due milioni di pellegrini, è arrivata una delegazione pontificia guidata dall’inviato speciale di Papa Francesco, il cardinal Ennio Antonelli. Papa Francesco, impegnato in Albania, ha affidato a lui una lettera, nella quale ha anche ricordato la visita di Giovanni Paolo II nel 1985 per l'inaugurazione della cripta e della cappella della riconcilazione, che ha aperto l'inizio della toccante cerimonia. «Sommamente grati per l'invito che non possiamo però accogliere, abbiamo deciso di inviare in quel Santuario per fare le nostre veci e per manifestare il nostro affetto ai pellegrini lì radunati in preghiera una eminente personalità. Con questa lettera ti nominiamo nostro inviato speciale. Presiederai la solenne celebrazione eucaristica e con la tua parola esorterai tutti i presenti ad una più assidua imitazione di Cristo. Occorre infatti che con rinnovato impegno vivano, per l'intercessione di San Gabriele dell'Addolorata, un intenso amore verso il Vangelo e la Chiesa e rafforzino la propria fede». A concelebrare la messa insieme al cardinale Antonelli, il vescovo di Teramo Michele Seccia, il vescovo passionista Giulio Mencuccini, il superiore generale dei passionisti padre Ioachim Rego, il superiore provinciale padre Piergiorgio Bartoli, il rettore del santuario padre Natale Panetta e oltre 50 sacerdoti provenienti da tutta Italia.

Tra i banchi anche il presidente della Regione Luciano D'Alfonso, i presidenti delle Province di Teramo e Chieti Valter Catarra ed Enrico Di Giuseppantonio, sindaci, autorità civili e militari. Ma la cerimonia ha avuto certamente un significato particolare per Francesco Possenti con Paola, Vespasiano Possenti con Leondina e Mauro, pronipoti di San Gabriele, visibilmente commossi. La consegna delle chiavi da parte dell'architetto Eugenio Abruzzini di Roma, che si occupò negli Anni 80 dell'adeguamento dell'edificio, è stato il primo di una serie di gesti simbolici che hanno scandito le tre ore di consacrazione.

La presentazione sull'altare delle reliquie di San Gabriele prima, l'unzione con il crisma poi dell'altare e delle pareti della chiesa in corrispondenza delle 12 croci presenti nelle quattro navate, l'accensione del braciere sull'altare e la preparazione dell'altare hanno avvinto i fedeli, presi nel seguire una cerimonia del tutto particolare e densa di significati, animata dal coro di San Gabriele diretto da padre Pasquale Giamberardini e accompagnato dall'organista padre Sesto Giamberardini. Ultimo gesto di dedicazione l'illuminazione dell'altare a cui è seguito l'offertorio con i frutti della terra portati dai fedeli in costumi tipici abruzzesi. Una cerimonia, quella della consacrazione, spiegata nell'omelia dal cardinal Antonelli che ha sottolineato come San Gabriele «giovane passionista, morto nel 1862 a soli 24 anni, è più vivo che mai, visti i tanti pellegrini che attrae ogni giorno. Da qui l'esigenza di costruire un nuovo santuario, in supporto della vecchia basilica, che potesse ospitarli tutti». Con la benedizione papale e l’indulgenza plenaria si è conclusa l’intensa mattinata.

©RIPRODUZIONE RISERVATA