Diagnosi sbagliata Ragazzo risarcito per il testicolo perso

Un ragazzo pescarese ha percepito un indennizzo dalla Asl per il danno ricevuto. Ma non è l'unica disavventura all'ospedale di Atri: una donna attende 5 ore al pronto soccorso per una frattura

ATRI. Due disavventure di altrettanti pazienti, all'ospedale di Atri. Una si è verificata ieri e riguarda una donna che ha dovuto attendere 5 ore con un braccio rotto che le venisse presta soccorso e, alla fine, le hanno detto di tornare oggi per farselo ingessare.

L'altra si è svolta un anno fa e vede come protagonista un ragazzo pescarese che per il grave danno ricevuto, appena una settimana fa, ha percepito un indennizzo dalla Asl. A raccontare la storia di M.C. che ora ha 22 anni, è la madre: ‹‹Era domenica 18 aprile 2010 quando mio figlio ha cominciato ad accusare dolori alla pancia e al basso ventre. Ricordo che c'era una corsa di bici e molto traffico, per cui l'ho portato alla guardia medica di Montesilvano, che ci ha consigliato di portarlo al pronto soccorso. Per fare prima lo portammo a quello di Atri. Qui gli diagnosticarono una colica. Uno specialista non c'era, per cui gli hanno dato un antidolorifico e hanno detto di tornare lunedì mattina››.

Finalmente lunedì, ad Atri, il 21enne viene visitato da due urologi, che gli fanno un'ecografia. ‹‹Ci hanno detto che non era niente di preoccupante, ma di fare un ecococolordoppler dopo un mese››, continua la madre, ‹‹ma martedì mio figlio aveva la febbre, dolori e un testicolo gonfio e quasi nero. Decido di portarlo al pronto soccorso di Pescara. La diagnosi è stata di torsione del testicolo. L'hanno dovuto asportare d'urgenza perchè in necrosi. Per noi, soprattutto per il ragazzo, è stato uno shock non indifferente. E' stata un'esperienza terribile››.

Ed è salita la rabbia, per cui la famiglia si è rivolta al Tribunale del malato di Pescara, che ha un ufficio legale di lunghissima esperienza e che l'ha messa in contatto con un avvocato. E prima della causa in tribunale c'è stato, una settimana fa, un accordo con la Asl che ha versato a M.C. un risarcimento 15mila euro.

La disavventura di ieri vede protagonista una donna di Bisenti, E.D.F., caduta per le scale alle 9: ha subito vari traumi e una palese frattura del gomito. La sorella l'ha portata al pronto soccorso di Atri. ‹‹Siamo arrivate alle 10,30››, racconta F.D.F., ‹‹siamo uscite alle 15,15, ma solo perchè entrambe ci siamo messe a urlare. Lei aveva un dolore incredibile, si è sentita male, ma ha dovuto aspettare ore››. All'arrivo le due donne hanno trovato in sala d'aspetto tre persone, che sono diventate presto almeno 40. Facile, se c'è un solo medico di turno. ‹‹Un uomo con la testa rotta e sanguinante, arrivato insieme a noi, è uscito solo alle 14,30›› racconta inorridita, ‹‹lo trovo sconcertante. Come può esserci un solo dottore? Se arrivano due casi gravi si deve scegliere chi dei due deve morire?››.

Alla fine la diagnosi, per E.D.F. è stata fatta, ma il gomito rotto non è stato ingessato, solo immobilizzato. ‹‹Il medico ci ha detto di tornare domani per l'ingessatura. E magari dovremo rifare ore di fila››, chiude sconsolata.