aveva preso sei mesi in primo grado per omicidio colposo

Donna uccisa da un albero, convivente assolto in appello

TERAMO. Nel 2013 era stato condannato a sei mesi di reclusione per avere causato la morte della compagna in un incidente agricolo, ma la sentenza del tribunale di Teramo è sta ribaltata dalla corte d’...

TERAMO. Nel 2013 era stato condannato a sei mesi di reclusione per avere causato la morte della compagna in un incidente agricolo, ma la sentenza del tribunale di Teramo è sta ribaltata dalla corte d’appello dell’Aquila. I giudici di secondo grado hanno quindi assolto il 48enne Venereo Zampetti, difeso dall’avvocato Tommaso Navarra, dall’accusa di omicidio colposo. La morte della sua compagna, Tiziana Torbidone, avvenne a Villa Penna di Campli nel 2009. Zampetti, insieme a dei parenti della sua compagna, stava segando un albero per procurarsi legna da ardere quando il tronco si abbattè sulla donna uccidendola sul colpo. Secondo il giudice di primo grado Zampetti non aveva adottato le dovute cautele nel tagliare l’albero, ma questa tesi non è stata accolta dalla corte d’appello dell’Aquila, composta dal presidente Aldo Manfredi e dai giudici Luigi Cirillo e Armando De Aloysio. La sentenza di condanna – osservano i giudici di appello – era stata pronunciata in base alle dichiarazioni rese da due testimoni indirette, la madre e la sorella della vittima, le quali avevano riferito di avere appreso dal loro padre e marito (peraltro indagato e poi prosciolto per la stessa vicenda), le circostanze in cui era avvenuto l’incidente e la presunta responsabilità di Zampetti. Il testimone diretto dei fatti si era avvalso della facoltà di non rispondere nel processo di primo grado per cui, osservano ancora i giudici di appello, le testimonianze delle due donne non sono utilizzabili in quanto indirette. In mancanza di altri riscontri e considerato che tutti i testi erano emotivamente coinvolti nella vicenda, la corte ha deciso di assolvere l’imputato per non aver commesso il fatto.(e.a.)

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