Fagnano: «Acceleriamo sulle assunzioni»

Primo giorno del nuovo direttore generale che individua fra le priorità le lunghe liste di attesa e la mobilità passiva

TERAMO. Prima giornata di lavoro per il nuovo direttore della Asl, Roberto Fagnano. «E’ il primo ottobre, la stessa data del primo giorno di scuola, almeno ai miei tempi», sorride il manager tendendo la mano, nella stanza gialla al quinto piano della palazzina di circonvallazione Ragusa.

La chiacchierata è piacevole e alcune riflessioni sulla politica sanitaria vengono contrappuntate da battute e anche da simpatici riferimenti al suo predecessore Paolo Rolleri, con cui Fagnano intrattiene rapporti molto cordiali, derivanti da precedenti esperienze professionali in comune. «Mi rendo conto che sia difficile da credere, ma io veramente una sera ho ricevuto una telefonata dall’assessore Silvio Paolucci , che non conoscevo, che mi si è presentato e ha cominciato a parlare di sanità. Poi ho saputo che il governatore Luciano D’Alfonso, che avevo incrociato anni prima a Campobasso, ad alcune conoscenze in comuni ha chiesto “Ma è onesto?”. Non ha chiesto altro, solo questo. Tutto ciò mi riempie di responsabilità: sono stato scelto per quello che conosco, non per chi conosco».

Per quanto riguarda le questioni da affrontare prioritariamente alla Asl, Fagnano tratta subito il punto dolente della carenza di personale, da cui derivano poi tanti altri problemi, in primis le lunghe liste di attesa, soprattutto per esami radiologici. «La Asl di Teramo ha poco personale a tempo indeterminato, con un’enorme capienza economica per sopperire a questa carenza, mentre per il personale a tempo determinato la capienza è finita». Il manager spiega che per il personale esistono due tetti di spesa, appunto per le assunzioni definitive e per quelle a tempo. «Le altre Asl hanno più dipendenti di Teramo, che non ha nemmeno grandi strutture private sul proprio territorio», aggiunge, «un riequilibrio ci vuole». Ma per fare i concorsi è necessaria l’autorizzazione del commissario «secondo un’impostazione che ha dato i suoi frutti perchè adesso l’equilibrio economico nella sanità c’è» ma che ora forse andrebbe superata. Fagnano fa notare che proprio per questo meccanismo la Asl di Teramo ha chiuso, e chiuderà anche quest’anno, con un avanzo di parecchi milioni di euro. L’obiettivo, però, è evitare di ridare indietro i fondi, spendendoli per migliorare le prestazioni. «Va bene il rigore economico ma guardiamo alla qualità e contenuto delle prestazioni sanitarie, almeno dal 2015», osserva infatti.

E qui si inserisce il discorso della forte mobilità passiva, soprattutto verso le Marche. «Il paziente giustamente può andare a farsi curare dove gli pare», afferma Fagnano, «ce lo teniamo solo se siamo più bravi e più rapidi delle Marche. Questo se qualcuno non fa concorrenza sleale: le strutture private delle Marche non hanno un tetto nella mobilità attiva (possono cioè trattare pazienti provenienti da altre regioni senza limitazioni, ndr), a differenza dell’Abruzzo».

Sulla scelta dei suoi due più stretti collaboratori, il direttore amministrativo e quello sanitario, Fagnano non fa nomi, ma l’impressione è che non sarà imminente. «Per il direttore amministrativo aspettiamo l’anno nuovo, anche per individuare una persona che abbia i requisiti ideali», dice, «per quello sanitario stiamo valutando una serie di situazioni tecnico-giuridiche». Di più non dice, quindi per il momento Camillo Antelli resta al suo posto. Ma, informa Fagnano, ci sono anche tutti i capi dipartimento scaduti. «Anche lì bisognerà fare nuove nomine e, a dire il vero, anche in questo caso, come in altri, vorrei dare un segno di discontinuità».

Dalla conversazione emerge, fra le righe, il profilo di un tecnico che ben conosce la sanità e i meccanismi che la regolano. La conferma arriva da un accenno al decreto Balduzzi, che fissa per ogni disciplina standard minimi di popolazione: «La prima battaglia sarà per fare in modo che Teramo mantenga quello che ha», conclude corrugando la fronte.

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