False colf e badanti, via al processo per 38 

Attestazioni di lavoro fasulle per fare ottenere il permesso di soggiorno a decine di stranieri. Ieri la prima udienza

TERAMO. Trentotto imputati, tutti accusati di falso ideologico commesso da privato in atto pubblico, per presunte false attestazioni di lavoro. Attestazioni che sarebbero servite a decine di lavoratori stranieri per ottenere la concessione del permesso di soggiorno. Ed è proprio nel numero degli imputati che prende forma il processo che si è aperto ieri mattina a Teramo davanti al giudice Carla Fazzini e che a distanza di ormai sei anni dai fatti contestati agli imputati, tutti datori di lavoro, ha portato a dibattimento l'ennesima inchiesta aperta dalla Procura di Teramo sull'illegittimo utilizzo delle diverse sanatorie per l'emersione del lavoro nero. L'inchiestai, coordinata dal pm Stefano Giovagnoni e condotta dalla squadra mobile di Teramo, ruotava infatti proprio attorno alla sanatoria del 2012, inizialmente destinata all'emersione del lavoro in nero di colf e badanti e poi estesa anche ad altre categorie. Sanatoria che prevedeva la regolarizzazione dei lavoratori domestici, a patto che fossero già alle dipendenze, da almeno tre mesi, dei datori di lavoro che ne facevano richiesta. Sul tavolo tutta una serie di pratiche presentate allo sportello unico per l'immigrazione della Prefettura di Teramo tra settembre ed ottobre 2012, con i controlli che avrebbero accertato come in molti casi quei lavoratori (quasi tutti cinesi) per i quali era stata presentata la domanda non avrebbero mai lavorato al servizio dei rispettivi datori di lavoro (tra cui diversi piccoli imprenditori).
Ieri mattina, nel corso della prima udienza, sono stati ammessi i mezzi di prova e il giudice ha acquisito una sentenza di patteggiamento relativa ad uno degli imputati, Marcello Di Matteo, e che riguarderebbe gli stessi reati che gli vengono contestati nell'attuale procedimento. Da qui la richiesta del legale dell'uomo di una declaratoria di assoluzione a favore del suo assistito per il principio del "ne bis in idem". Richiesta sulla quale il giudice si è riservato di decidere in sentenza. A processo, davanti al giudice Fazzini, ci sono: Claudia Saputelli, Elsa Falò, Anna Di Pietro, Adriano Pimpini, Corrado Nepa, Gazmen Xhari. Shabid Iqbal Hanif, Erasmo Loconte, Mariarosaria Zippilli, Umberto Di Sabatino, Ivana Di Diodoro, Eliobagabalo Giuseppe Piteo, Rogncai Lan, Omar El Mansouri, Rosana Danesi, Tarik Chokri, Ahmed El Himer, Mauro Tonelli, Said Dakraoui, Gino Di Sabatino, Adriana Veneri, Francesco Fratoni, Natalino Tucciani, Antonio Petrucci, Antonia Di Cataldo, Abdellah El Mhajer, Alessio Torelli, Jie Huang, Mohammed Qdoumi, Marcello Di Matteo, Ghulam Abbas, Adil Siafi, Rosetta Marzari, Sobuz Miah, Antonio Di Marco, Vittorio Tribuiani, Diego Picone, Domenico Picone.
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