Frana, ricompra un terreno con una colletta in Francia 

Ponzano, l’allevamento è inagibile e la burocrazia non trova un’altra sistemazione Il titolare acquista un appezzamento a Tortoreto aiutato da iniziative di solidarietà

CIVITELLA. Un terreno nuovo, a causa di una serie di cavilli, la burocrazia non gliel’ha trovato. Allora Salvatore Pragliola si è corciato ulteriormente le maniche, e ha deciso di comprarlo, un altro terreno dove sistemare il proprio allevamento. Ma per fortuna non è rimasto solo: ha avuto l’aiuto di una serie di benefattori, niente di meno che dalla Francia.
I nove ettari dell’allevamento che l’imprenditore aveva a Ponzano sono diventati inservibili a causa dei danni della neve e del terremoto, a cui si sono aggiunti quelli della frana che ha interessato la frazione di Civitella praticamente un anno fa. Nella stalla erano allevati cento capi fra pecore e capre da cui si produceva il formaggio. I capi sono morti e l’imprenditore si è trovato senza più nulla visto che poco dopo il terreno è diventato inagibile a causa della frana. Inutili i tentativi di avere dalla Protezione civile un altro terreno adeguato alla creazione di un allevamento.
Quello in cui momentaneamente sono ospitati i capi che nel frattempo gli sono stati donati per ricostituire l’allevamento, a Floriano di Campli, non è adatto a una sistemazione stabile. E così Pragliola ha dovuto decidere se tirare i remi in barca o farsi carico di un mutuo oltre quello che sta già pagando per il terreno inservibile. «Ho trovato qualcuno disponibile a vendere un terreno con una formula mista di affitto e vendita in tre anni», racconta, «sono tre ettari a Tortoreto, in contrada Cavatassi. Conto di aprire lì l'azienda per fine maggio. In Regione intanto ho protocollato la richiesta per avere i moduli provvisori per stalla fienile».
L’operazione è stata possibile perchè è stata fatta una colletta in Francia: sono stati raccolti quattromila euro per dare la caparra. L’iniziativa è stata di Alessandro Sartorelli, originario di Torino ma che ora abita in Francia: sapendo della frana di Ponzano inizialmente ha fatto una raccolta fondi per comprare le prime 20 agnelle e ora per il terreno. «Il resto lo pagherò con un altro mutuo oltre a quello che pago per il terreno franato: spenderò tutti i soldi che guadagno lavorando in fabbrica». L'alternativa, d’altronde, era chiudere “Il Gocio”. «Io sono affezionato all'azienda, su cui avevo già fatto investimenti in attrezzature e animali. Ora ho l'entusiasmo, i terreni ci sono e la Regione sta correndo insieme a me per darmi le strutture. Quest'anno sarà di passaggio, ma dalla primavera del 2019 saremo produttivi al 100%. Tutto questo sarà possibile grazie alla solidarietà di tanti che mi sono stati vicini nei momenti bui. Non dimenticherò mai, ad esempio, il sostegno della titolare della fattoria Ma' falda di Orvieto, che mi ha donato delle caprette e mi è stata vicina soprattutto a livello umano».
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