Furti a raffica nelle abitazioni Scacco matto alla banda del buco 

La polizia ascolana arresta quattro albanesi trovati con mazze, mole, trapani e martelli Per mesi hanno messo a segno decine di colpi tra la Vibrata e Ascoli, ritrovati gioielli e auto rubate

VAL VIBRATA. Scacco matto alla banda “del buco” che spadroneggiava tra le Marche e l’Abruzzo mettendo a segno decine di furti nelle abitazioni, soprattutto nella Val Vibrata. Quattro cittadini albanesi sono stati arrestati dalla squadra mobile di Ascoli al termine di una indagine serrata e capillare che ha portato i poliziotti a ricostruire passaggi e tecniche e a sequestrare decine di arnesi da scasso usati per colpire. In particolare mole, martelli e trapani. Ma anche telefonini per concordare spostamenti e gioielli rubati.
Perchè la tecnica “del buco” era quella di praticare delle forature vicino alla serrature delle finestre. Il covo della banda è stato scoperto a Porto d’Ascoli e nel corso delle indagini i poliziotti hanno ritrovato cinque macchine, tutte risultate rubate, che venivano usate per mettere a segno i vari colpi. Il blitz è scattato la notte scorsa proprio in prossimità dell’abitazione di Porto d’Ascoli dove i poliziotti hanno seguito uno degli indagati . Ed è stato proprio seguendo lui che hanno accertato come si fosse procurato una grossa mola e altri arnesi da scasso in preparazione, molto probabilmente, dell’ennesimo colpo. L’attività che ha permesso l’arresto della banda è nata diverse settimane fa quando, a seguito dell’analisi delle risultanze di alcuni furti in abitazione, gli investigatori hanno rilevato diverse analogie nel modus operandi dei ladri che li ha portati a concludere che dietro i vari crimini ci fosse la stessa mano. A cominciare proprio da quella tecnica: ovvero il foro vicino alla serratura. In particolare in tutti questi furti i ladri avevano utilizzato una particolare tecnica per forzare le porte e le finestre. Gli agenti hanno analizzato le modalità di tempo e luogo di tutti i furti in abitazione sia tentati che avvenuti negli ultimi mesi tra Ascoli, Fermo e Teramo.
Incrociando quindi i dati della geo-localizzazione dei reati con gli orari con cui questi erano avvenuti gli investigatori sono riusciti a ricostruire gli spostamenti degli autori arrivando alla conclusione che il covo della banda dovesse trovarsi nell’area tra San Benedetto del Tronto e Porto d’Ascoli. E le indagini serrate hanno dato un risultato anche grazie, ha più volte sottolineato la polizia ascolana, alla collaborazione dei cittadini. «Si sottolinea in questa fase l’importanza della collaborazione della popolazione», ha scritto a questo proposito la polizia in una nota, « che, comprendendo le problematiche dell’attività di indagine, permetteva agli agenti di accedere alle proprie abitazioni anche di notte e sfruttarle come punti di osservazione sicuri per monitorare, non visti, l’attività della banda». Per Arlin Cerqa, Mateo Gjeta, Rigesi Vlashi e Admir Vata, età compresa tra i 30 e i 40 anni, nelle prossime ore udienza di convalida in carcere.
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