Gettati quintali d’amianto nel Parco del Gran Sasso / Foto

Isola, scoperto un mega deposito abusivo di eternit sotto il viadotto dell’A24. E dai pilastri dell’autostrada si iniziano a staccare pezzi di cemento armato

ISOLA DEL GRAN SASSO. C'è ancora amianto all'interno del parco nazionale del Gran Sasso e, ancora una volta, l'area interessata è quella ai piedi del paretone del Corno Grande: una delle zone più belle del nostro entroterra. Questa volta, però, non si tratta degli ex cantieri Cogefar dove, in passato, sono state segnalate diverse situazioni di pericolo ma di una discarica a cielo aperto realizzata lungo una strada secondaria che collega le frazioni di Casale San Nicola e Fano a Corno.

Nel primo caso si trattava di residui lasciati dopo l'abbandono e l'abbattimento delle costruzioni innalzate durante la realizzazione del traforo del Gran Sasso stavolta, invece, l'eternit sembra essere stato trasportato e depositato di proposito fino allo spiazzo nascosto dalla folta vegetazione. Un vero e proprio deposito abusivo realizzato alla base di pilastri dell'autostrada (che presentano ancora evidenti segni di usura con le anime in ferro esposte alle intemperie) dove, oltre al pericolosissimo amianto, è stato gettato ogni genere di rifiuto, compresi i piccoli elettrodomestici, le lavatrici, le vecchie tubature e, soprattutto, tantissimo materiale inerte.

Molto probabilmente, da quel che si nota arrivando sul posto, il metodo più utilizzato per disfarsi dei rifiuti consiste nello scaricare direttamente dalla stradina che sovrasta la zona , come dimostra il cumulo di materiale formatosi sul pendio. La zona è ricca di vegetazione e poco lontano passano anche diversi torrenti che alimentano il fiume Mavone e dove si abbeverano gli animali selvatici. L'eternit, ampiamente utilizzato in passato nel campo delle costruzioni, una volta rotto rilascia le pericolosissime microfibre cancerogene dannose per l'ambiente e soprattutto per l'uomo.

Come spesso accade in questi casi, purtroppo, chi ha effettuato dei lavori di ristrutturazione a casa ha ritenuto più opportuno (e soprattutto economico) depositare tutto il materiale rimasto o da gettare in una zona nascosta risolvendo il problema nella maniera più comoda senza provvedere, quindi, al corretto smaltimento. La legge italiana non prevede l’obbligo di rimozione dell’amianto, ma solo il mantenimento in buono stato di conservazione. Solo se questo non può avvenire o nei casi in cui l’amianto deve essere rimosso comunque (ristrutturazioni, demolizioni) la normativa prevede l’obbligo di smaltimento attraverso ditte specializzate. Ditte che in provincia non mancano di certo e che, una volta contattate, provvedono a recarsi sul sito per effettuare lo stoccaggio in completa sicurezza, la bonifica e, successivamente, lo smaltimento.

Pietro Colantoni

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