Giulianova, albergatori in rivolta per la tassa di soggiorno

La consulta del turismo minaccia di dimettersi: il Comune ha ignorato suggerimenti come il taglio dei mesi di applicazione

GIULIANOVA. È sul piede di guerra la consulta del turismo che, dopo l’approvazione del regolamento sull’imposta di soggiorno nel consiglio comunale di lunedì sera, minaccia le dimissioni in blocco. Tra oggi e domani, infatti, la consulta, presieduta da Marco Di Carlo, dovrebbe riunirsi e decidere il da farsi.

Gli operatori turistici non sono affatto soddisfatti del regolamento, né, tantomeno, delle promesse non mantenute da parte dell’amministrazione. La consulta, infatti, aveva suggerito di prevedere periodi meno lunghi di applicazione dell’imposta (che partirà l’anno prossimo dal 1° maggio al 30 settembre) e alcune esenzioni. Soprattutto, però, gli operatori avrebbero voluto partecipare a un documento programmatico che elencasse, voce per voce, come spendere i 550mila euro di incassi previsti, con suggerimenti pratici di chi è del settore. Di Carlo, in passato, aveva già spiegato che gli operatori, ben conoscendo i periodi economicamente difficili che stanno vivendo i Comuni, non potevano schierarsi contro l’imposizione della tassa ma che, in cambio, avrebbero voluto sapere in anticipo (e non a bilancio consuntivo, come specificato in consiglio dall’assessore Gianluca Grimi) come sarebbero stati spesi quei soldi. Di questo passo, dopo la rivolta di commercianti e balneatori, il Comune vedrà presto la rivolta degli operatori turistici.

Questi ultimi non pretendevano di gestire le risorse, ma semplicemente di decidere gli obiettivi da raggiungere con quei fondi. Nel regolamento, infatti, si parla solo di macro aree di investimento (40% degli introiti per la realizzazione di un piano turistico triennale, 10% per progetti sovraccomunali e il rimanente per la promozione turistica), ma mai di specifiche finalità. Questo aspetto è stato contestato anche dalle minoranze.

La consulta, dunque, sente di essere stata derubata del proprio ruolo, ma anche di non essere stata ascoltata. Gli operatori avevano anche chiesto un’applicazione più soft dell’imposta come avviene a San Benedetto, che la applica per due mesi l’anno e per un massimo di sei pernottamenti (a Giulianova sarà per 10). Sull’argomento torna anche Jwan Costantini, coordinatore di Forza Italia. «Sempre più spesso sento pseudo-aspiranti sindaci riempirsi la bocca di parole come turismo, tassa di soggiorno, riqualificazione e nuovi progetti», scrive Costantini, «Questi signori hanno avuto le loro opportunità per rilanciare il turismo e far progredire questa città, ma i risultati scadenti sono sotto gli occhi di tutti. Come interpretare poi la tassa di soggiorno che va a deprimere ulteriormente il turismo locale e l'occupazione del settore e rischia di essere usata solo per coprire i buchi di bilancio? Il 56% della popolazione italiana è contraria alla tassa di soggiorno».

Margherita Totaro

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