I cittadini bloccano gli espropri per la pista ciclabile sul Vibrata 

Alba Adriatica, tensione durante le operazioni: molti si rifiutano di firmare il verbale di sopralluogo È pronto un esposto, mentre l’Unione dei Comuni non riesce ad approvare le modifiche al progetto

ALBA ADRIATICA. Tensione e nervosismo nella giornata dei nuovi espropri per la pista ciclabile lungo il torrente Vibrata: l'occupazione sarebbe stata rinviata, mentre è spuntata fuori la necessità di nuove modifiche progettuali per realizzare l’opera. Lunedì scorso i tecnici dell’Unione dei Comuni della Val Vibrata si sono imbattuti in un clima tutt’altro che accogliente nell’entroterra di Alba Adriatica: alcuni dei proprietari dei dieci terreni interessati dai nuovi espropri avrebbero inizialmente bloccato l’accesso alle proprie campagne, pur di non consentire il completamento dell’operazione.
Sarebbe anche volata qualche parola grossa, mentre i cittadini ricordavano ai tecnici i propri dubbi sulla cantierabilità dell’opera e si rifiutavano di firmare il verbale del sopralluogo: vogliono, infatti, prima vedere la carte in merito alla validazione dell'opera da parte dell’Unione, alla progettazione esecutiva della pista ciclabile e alla gara d’appalto. La minaccia dei cittadini è quella di un esposto-denuncia che sarebbe già pronto e in attesa di essere spedito alla Procura di Teramo.
In realtà, per la maggior parte dei dieci terreni interessati, la visita dei tecnici di lunedì era solo preliminare rispetto all’esproprio vero e proprio. Nessun paletto di delimitazione, ad ogni modo, sembra essere stato conficcato nella terra. Anche perché, in alcuni casi, il terreno dove costruire la pista non c’è più, divorato dal torrente Vibrata nelle tante esondazioni degli ultimi anni. Per superare l’ennesimo ostacolo e procedere con la realizzazione dell’opera, quindi, si rendono necessarie ulteriori modifiche rispetto al progetto originario.
Si aggiungono a quelle necessarie per unire i quattro tronconi di pista già realizzati ma scollegati fra loro a causa di diverse criticità incontrate durante i lavori. Per far ripartire il cantiere, quindi, l’Unione dovrebbe sfornare una perizia di variante progettuale, che poi dovrebbe ottenere anche l’avallo del consiglio comunale di Alba Adriatica. Pochi giorni fa, però, il primo tentativo di approvazione della variante nella giunta dell’Unione dei Comuni è saltata a causa dell’assenza di un gruppo di sindaci, tra cui quello albense Antonietta Casciotti, che ha fatto mancare il numero legale per convalidare la riunione. La variante sembra trovarsi infatti in una strada senza uscita: da una parte sarebbe necessaria una variante corposa sorretta da un atto di indirizzo politico, dall’altra diversi sindaci della vallata acconsentirebbero solo ad una variante minore e tecnica.
©RIPRODUZIONE RISERVATA