Il Ce.Di. Sisa taglia i costi licenziati i 43 magazzinieri

Mosciano, il deposito che rifornisce i supermercati viene ridimensionato Ora sarà gestito da una cooperativa laziale che riassorbirà solo 21 lavoratori

MOSCIANO. Persi altri 43 posti di lavoro. Questa volta i licenziamenti avvengono nella grande distribuzione. Dal 30 aprile saranno messi in mobilità i 43 addetti al magazzino della Ce.Di. Sisa Centronord di Mosciano, la piattaforma di distribuzione che serve i supermercati Sisa di diverse province.

La procedura di mobilità interessa i 43 addetti alla movimentazione dei prodotti e non i 17 impiegati della stessa struttura di contrada Mulinetto. «C’è stato un calo nell’attività», spiega Franco Di Ventura, segretario della Filcams Cgil, che ha seguito la vertenza insieme ai colleghi della Fisascat Cisl di Pescara e della Uiltucs Uil di Teramo, «e quindi i costi sono aumentati. L’azienda ha dunque deciso di spostare i prodotti a più lunga rotazione nella piattaforma di Pomezia, lasciando a Mosciano solo quelli di cui ci si rifornisce più di frequente». Contestualmente il magazzino viene dato in appalto a una cooperativa. Parte dei dipendenti licenziati, 21, sarà riassorbita dalla cooperativa laziale, la Loginet, che già gestisce la piattaforma di Pomezia e che da maggio gestirà quel che resta della piattaforma di Mosciano.

«Abbiamo raggiunto accordi con Ce.Di. Sisa per un incentivo all'esodo», aggiunge Di Ventura, «e con la cooperativa per il riassorbimento delle persone - carrelisti, preparatori, addetti all’arrivo merci, allo scarico merci, bollettatori ripresi al lavoro sulla base delle mansioni e dei carichi familiari- dal bacino costituito dai 43 lavoratori licenziati. Una parte dell’accordo riguarda anche le condizioni economiche, visto che nel cambio di contratto i 21 riassunti ci rimettono: per una parte siamo riusciti a recuperare il gap. Per compensare la differenza nello stipendio, Ce.Di. Sisa darà 2.500 euro di una tantum frazionati in sei mesi a chi viene assunto, che vanno a sommarsi al buono pasto». L’azienda corrisponderà invece 8mila euro a chi non viene riassunto.

«Il settore della grande distribuzione è in difficoltà, in quasi tutte le aziende sono attivi contratti di solidarietà o in questo caso addirittura c’è stata la perdita di occupazione. E’ vero che parte dei licenziati sono stati riassorbiti, ma comunque il saldo negativo è di 22 posti. E non è poco in un territorio in cui l’emorragia occupazionale è continua. Chiaramente per chi va in mobilità, e dopo tanti anni perde il proprio posto di lavoro, la situazione è pesante. Diversa è la condizione di chi viene riassunto perchè perde una fetta di salario abbastanza consistente. E molti lavoratori vengono da fuori provincia, c'è anche chi fa 100 chilometri al giorno, con la relativa spesa. Di positivo c’è che è stato creato un bacino da cui la coop deve attingere in caso di ulteriori assunzioni», conclude il sindacalista.

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