Il manager Fagnano: dobbiamo garantire  un servizio, a quanto pare non è facile

«Certamente esiste la tutela della famiglia, ma noi dobbiamo garantire un servizio e, nel rispetto delle norme, facciamo di tutto per farlo. Le sentenze si applicano e noi ora applichiamo il...

«Certamente esiste la tutela della famiglia, ma noi dobbiamo garantire un servizio e, nel rispetto delle norme, facciamo di tutto per farlo. Le sentenze si applicano e noi ora applichiamo il provvedimento del giudice. Valuteremo il ricorso». Roberto Fagnano è il direttore generale dell’Asl di Teramo. Ogni giorno fa i conti con carenze di personale e organici ridotti che spesso mettono a rischio interi settori. «Atteso che le normative impongono delle regole ben precise sulle assunzioni a tempo determinato, voglio capire come si possono sostituire queste mancanze dall’organico», dice, «noi abbiamo il dovere di garantire sempre il servizio e cerchiamo di farlo nel migliore dei modi rispettando sempre le norme. Non è facile e l’esito di questa vicenda lo dimostra».
Il ricorso del personale Asl al tempo definito si aggira intorno al 25%. «E’ relativamente poco», spiega il direttore amministrativo Maurizio Di Giosia, che annuncia per i prossimi giorni una riunione con dirigenti e legali per stabilire la linea da seguire dopo il pronunciamento del giudice del lavoro che ha accolto il ricorso del medico di Atri. «Le ordinanze dei magistrati si eseguono», dice, «e quindi il provvedimento con cui la Asl aveva disposto per il medico il tempo pieno sarà annullato. Valuteremo il provvedimento del giudice e decideremo se appellarlo».
Davanti al giudice del lavoro Pietropaolo l’azienda sanitaria teramana si è costituita in giudizio chiedendo il rigetto del ricorso e sostenendo che «la concessione del beneficio dell’impegno ridotto trovava la sua unica ragion d’essere nelle comprovate e gravi esigenze familiari venute meno con il trascorrere del tempo e che la Asl aveva, quindi, inteso avvalersi del diritto insindacabile di rinnovare la valutazione delle condizioni che avevano legittimato la concessione dell’impegno ridotto». (d.p.)