Il sindaco vieta la sigaretta elettronica

Corropoli: D’Annuntiis primo in Abruzzo a impedire di fumare l’e-cig nei bar e ristoranti, si rischiano 500 euro di multa

CORROPOLI. Sigaretta elettronica fuorilegge a Corropoli. In Abruzzo è il primo Comune che limita la “spippata” nei locali pubblici o aperti al pubblico. Il sindaco, Umberto D’Annuntiis, non indugia ed applica la restrizione anche alla tecno-sigaretta facendo leva sulla possibile nocività del fumo-non fumo. Dopo la stretta sui videopoker (fu tra i primi enti in provincia di Teramo a varare un regolamento ad hoc per impedire la proliferazione delle sale in centro storico e vicino a scuole, chiese e centri aggregativi e ricreativi) arriva quella sul fumo da sigaretta elettronica.

La sanzione che sarà applicata nei confronti di chi verrà sorpreso a “tirare” va da 25 a 500 euro. Dunque, Corropoli equipara il fumo generato dal meccanismo elettronico a quello da tabacco. Per cui, il primo cittadino, richiamando la vecchia legge del 1975 che per prima regolamentava il divieto di fumare nei locali pubblici e sui mezzi pubblici, poi la legge del 2003 che disponeva il divieto nei locali chiusi che eliminò il malcostume (oggi lentamente e clandestinamente ripreso) di fumare nei bar e negli uffici, ha innovato stabilendo il divieto di accesso anche alla sigaretta tecnologica. Il ministero della Salute, come si sa, ad aprile aveva decretato il divieto di vendita della sigaretta elettronica con presenza di nicotina ai minorenni. L’Istituto superiore di sanità, oltretutto, non ha escluso il rischio di effetti dannosi per la salute umana, in particolare proprio per i consumatori in giovane età raccomandando, per questo, restrizioni al consumo nei luoghi pubblici o aperti al pubblico.

Ed è proprio sul dubbio che poggia l’ordinanza firmata da D’Annuntiis. Non esiste, infatti, uno studio scientifico che abbia dimostrato l’assenza di rischi per la salute sia per chi le fuma che per chi le respira passivamente. Il primo Comune in Italia ad aver bandito la tecno-sigaretta è stato, a gennaio scorso, Lomazzo (Como). Il sindaco leghista Gianni Rusconi lo aveva vietato nei locali pubblici. Più recentemente e geograficamente vicino a noi, è stato il sindaco di San Benedetto del Tronto a mettere all’indice la sigaretta hi-tech. Gli orientamenti degli organismi scientifici sono tesi a restringere l’uso della “e-cig” (altro modo in cui viene chiamata) in tutti i locali frequentati anche da donne e bambini. La III sezione del Consiglio superiore di Sanità (Css) aveva fatto sapere al ministro della Salute, Beatrice Lorenzi, che la sigaretta elettronica deve essere vietata nelle scuole. Le restrizioni rischiano di far crollare il new business della finta “bionda” che finisce anche nel mirino del governo Letta. Sembrerebbe che i prodotti contenenti nicotina o altre sostanze idonee a sostituire il consumo dei tabacchi lavorati potrebbero venire gravati della tassazione del 58 per cento sul prezzo di vendita al pubblico. Sarebbe una delle soluzioni adottate dal governo delle larghe intese per evitare (rinviare al momento) l’aumento di un punto percentuale di Iva.

Alex De Palo

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