agricoltura

In Val Vibrata si torna a coltivare la canapa sativa

Seminati 58 ettari tra Civitella e Tortoreto. Dalla pianta un tempo caposaldo dell’economia rurale si ricavano olio, farina e materiale per la bioedilizia

VAL VIBRATA. Chi conosce o ricorda la civiltà contadina in Val Vibrata sa che attorno al ciclo del grano e della canapa s’intrecciavano l’antropologia culturale del territorio ed anche l’economia rurale. Della coltivazione della canapa sativa un po’ su tutto il territorio italiano si è persa traccia (è stata conservata invece in Francia) ed interi appezzamenti sono stati sacrificati alla coltivazione intensiva.

Ora qualcosa sta cambiando alle nostre latitudini, dove un gruppo di agricoltori sta reintroducendo la “cannabis sativa” o canapa utile. Un’estensione di 58 ettari circa di terra, sparsi tra Civitella del Tronto e Tortoreto (ed è in questa località che si coltiverà la maggiore estensione), verrà messa a canapa. Una pianta la cui utilità era nota agli antichi e lo è anche ai contemporanei. Come del maiale, anche dalla canapa sativa non si butta via niente. Le tre aziende che si stanno impegnando nella reintroduzione di questa variante di cannabis dai mille usi (gastronomici e di bioedilizia) stanno procedendo alla semina (che si concluderà entro i primi giorni del mese prossimo) aspettando di raccogliere i frutti della produzione estensiva di canapa sativa (che è parente della cannabis, ma è legale) la prossima estate.

Dai semi, attraverso la spremitura, si ricaverà olio pregiato per uso alimentare che verrà poi imbottigliato in confezioni da 250 cl. Dalla pianta si ricaverà anche una farina che, nella percentuale del 20%, potrà essere miscelata alle farine di grano nella preparazione di prodotti da forno. Dal legno non si ricaverà materiale per il tessile come un tempo perché l’economia è variata. Nell’edilizia, anzi nella bioedilizia, troverà impiego la parte legnosa (usata anche nella bioplastica) ed una prima importante costruzione, che nelle ambizioni dei progettisti vuol essere una sorta di pietra angolare dei fabbricati ecocompatibili, sarà realizzata nel territorio di Civitella del Tronto.

«Abbiamo chiesto alla Regione, interessando l’assessore all’agricoltura Dino Pepe», dice Nazzareno Tortù, uno dei fautori del rilancio della canapa sativa, «di finanziare la realizzazione di un macchinario capace di raccogliere la canapa in tutte le sue frazioni (attualmente con la classica trebbiatura è possibile raccogliere, come per il grano, solo i semi, ndc)». Tortù spiega ed esalta i pregi della canapa che «non ha bisogno di fertilizzanti né di pesticidi, vuole poca acqua, drena i terreni e li rigenera». Per quest’ultima qualità i promotori suggeriscono di coltivarne a Bussi, nell’area inquinata da rifiuti industriali.

Alex De Palo

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