Un apicolotore con un'arnia

TERAMO

Inquinamento ambientale, api utilizzate come rilevatori 

Azienda universitaria fornisce alle industrie controlli bio sulle emissioni. Primo cliente è la Ducati, c’è già un altro progetto: mettere in rete gli apicoltori

TERAMO. Api usate come stazioni di biomonitoraggio ambientale. E’ il fulcro di uno spin off accademico creato recentemente all’università di Teramo. Uno spin off, cioè una società finalizzata all'utilizzazione economica dei risultati di una ricerca universitaria, che ha già un “cliente” di non poco conto: la Ducati.
Lo spin off “Buzz Eco scan” eredita infatti un’attività svolta dal 2016 dalla facoltà di Bioscienze e Tecnologie Agroalimentari e Ambientali di Teramo che ha avviato con l’azienda che produce moto, nello stabilimento di Borgo Panigale, un biomonitoraggio con le api: Serena Tulini, dottoranda dell’università, che ha seguito dall’inizio il progetto è il direttore scientifico dello spin off e Michele Amorena, docente di Bioscienze, è il presidente.

Il professor Michele Amorena

«L’idea è utilizzare l’ape come indicatore indiretto della salute dell’ambiente», spiega Amorena, «l’ape è un microcampionatore che viaggia e siccome sappiamo dove va – si muove in un raggio di 20 chilometri circa – studiando ad esempio il suo miele, la cera o la propoli possiamo avere un’idea degli inquinanti presenti nell’aria, nell’acqua e nel suolo». Insomma, le api riportano all’arnia le “prove” della presenza di pesticidi, metalli pesanti, cloruri, solfati e nitrati e altre classi tossicologiche. Nel caso della Ducati, ad esempio, non sono state ritrovate tracce apprezzabili di inquinanti, ma poi una moria di insetti fuori della norma ha evidenziato che un veniva usato nelle aree verdi un diserbante tossico, il glifosato, che quindi è stato sostituito con uno meno dannoso.
«Lo spin off ha contatti in essere con altre aziende metalmeccaniche nel Centro Italia», aggiunge Amorena, «per riproporre il progetto di biomonitoraggio delle emissioni inquinanti. Ma non è l’unico progetto a cui stiamo lavorando. Partendo sempre dal concetto che l’arnia è una stazione di monitoraggio stiamo studiando un progetto – coinvolgerà Zooprofilattico, Asl e associazioni apiarie – per mettere in rete le informazioni provenienti dagli allevamenti di api sparsi su tutto il territorio della provincia di Teramo. Studiando le sostanze che prelevano nei loro viaggi si possono programmare interventi migliorativi sull'ambiente. E più apicoltori parteciperanno alla rete più il quadro sarà completo e tutti ne potranno usufruire. Questo è un esempio, se ce ne fosse bisogno, del fatto che coloro che hanno le arnie andrebbero tutelati perchè sono una ricchezza aggiunta del territorio». Lo studio pilota sarà presentato il 2 dicembre durante la manifestazione apistica “Miele in cucina”.
Ma “Buzz Eco Scan” – a cui un altro spin off universitario, il Cisrem presieduto dal professor Christian Corsi, fornisce assistenza per le strategie aziendali e di sviluppo, dal marketing alla comunicazione – potrebbe proporre presto anche un altro progetto, che questa volta interessa i produttori vitivinicoli. «L’ape è un collettore che può unire le attività economiche della regione, dall'agricoltura all'industria», osserva il docente di farmacologia e tossicologia veterinaria, «e nel caso particolare la presenza di un’arnia nelle aziende che producono vino certifica immediatamente la salubrità ambientale, dà l'immediata percezione, certifica la bontà delle azioni dei viticoltori, anche al di là del biologico. Se un'azienda vitivinicola è capace di far vivere un alveare, infatti, non ha bisogno di certificazioni: è lo stesso alveare che certifica l’assenza di inquinanti, insetticidi e pesticidi».
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