TERAMO

L’agente infedele non versa la polizza: paga la compagnia

Il tribunale accoglie il ricorso di un pensionato di Martinsicuro, dopo 13 anni potrà avere il riscatto dell’assicurazione

TERAMO. Per tredici anni ha atteso che la compagnia assicurativa gli versasse 2500 euro quale riscatto della polizza vita dopo aver scoperto che l’agente a cui pagava le rate aveva intascato il denaro. Perchè c’è voluta una sentenza del tribunale d’Appello, dopo quella pronunciata a suo sfavore in primo grado, per avere ragione. Finalmente un pensionato di Martinsicuro potrà riavere i suoi soldi perchè, sottolinea con fermezza, «sono pochi ma sono i miei».
In questi anni di ricorsi e controricorsi, infatti, la compagnia assicurativa ha sempre sostenuto che a tale riborso avrebbe dovuto provvedere l’agente che si era intascato il denaro invece di versarlo nelle casse dell’ente, affermando la tesi per la quale la compagnia assicurativa non può essere chiamata a rispondere per l’operato del proprio agente infedele.
La sentenza di primo grado emessa nel 2009 dal tribunale civile di Teramo aveva dato ragione alla compagnia sostenendo che solo l’agente fosse tenuto alla restituzione del premio.
Di diverso avviso sono stati i giudici aquilani che, nell’accogliere il ricorso del pensionato assistito dall’avvocato Sigmar Frattarelli, hanno stabilito che deve essere la compagnia assicurativa a rispondere dell’operato illecito di un proprio agente e non può essere sollevata da nessuna responsabilità nei confronti del cliente. «Ritiene la corte», si legge nella sentenza (presidente Silvia Rita Fabrizio), «di non poter condividere l’esclusione della responsabilità della compagnia assicurativa nei confronti del cliente, operata dal primo giudice. L’agente assicurativo, nel procedere alla stipulazione della polizza e all’incasso del premio, agisce in forza di un mandato con rappresentanza e pertanto spende il nome della compagnia assicurativa che rappresenta. Gli atti compiuti dall’agente producono dunque i loro effetti direttamente nella sfera giuridica del mandante».
Commenta l’avvocato Frattarelli: «Con amarezza constatiamo che ci sono voluti 13 anni per consentire al mio assistito di poter riavere i suoi soldi».
(d.p.)
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