IL CASO GRAN SASSO

La Regione: stop alle captazioni d’acqua 

Tre dirigenti annunciano che non saranno date proroghe alla concessione. Forte risposta dei sindaci: è irrinunciabile

TERAMO. Da tre dirigenti della Regione stop alle captazioni sul Gran Sasso. Con una comunicazione del 23 maggio Domenico Longhi, Silvano Binchi e Giancarlo Misantoni hanno annunciato che «non può ritenersi applicabile, al caso specifico, la disciplina regionale delle concessioni provvisorie, nè può procedersi con l’istruttoria per il rilascio della concessione». E la concessione provvisoria scade a fine anno. I tre dirigenti invitano l’Ersi a valutare la necessità di presentare, nelle more di soluzioni definitive alla problematica, specifica richiesta di autorizzazione al prelievo in emergenza ai sensi dell’articolo 12 del decreto legislativo 31/2001».
Immediata la reazione dei sindaci dell’assemblea dell’Assi (organo dell’Ente regionale sistema idrico) che si sono riuniti ieri pomeriggio per approvare le proposte elaborate nella riunione del 19 maggio: nell’ordine del giorno ufficiale ovviamente quest’ultimo colpo di scena è diventato predominante. Alla seduta hanno partecipato anche Antonio Forlini, presidente della Ruzzo Reti e Maurizio Di Giosia, direttore amministrativo della Asl.
I sindaci ritengono priorità assoluta la risorsa idrica e «irrinunciabilità dell’approvvigionamento idrico delle sorgenti del Gran Sasso», quindi, invito alla Regione a «procedere senza indugio all’adozione degli atti necessari per il rilascio della concessione idrica e delle autorizzazioni previste dalla legge».
I gestori del sistema idrico hanno solo una concessione provvisoria che viene rinnovata di volta in volta a causa delle interferenze delle diverse attività (Infn e Autostrada dei Parchi) in prossimità delle sorgenti del Gran Sasso e delle condizioni anomale nelle quali avviene la captazione che fornisce in media 800 litri al secondo all’acquedotto teramano, più della metà del fabbisogno della provincia.
«Il sistema idrico del Gran Sasso ha caratteristiche uniche in Italia e ci vuole un protocollo specifico», sottolinea il presidente della Provincia Renzo Di Sabatino, «convocheremo i consiglieri regionali per riflettere con loro e sensibilizzarli sulle questioni aperte: quelle legate alla sicurezza, ai parametri di legge, alle contraddizioni che questa vicenda ha portato alla luce. Va cambiata anche la legge sull’Ersi che ha espropriato i territori di un ruolo».
Rimangono i punti individuati nell’assemblea precedente: dall’istituzione di un comitato tecnico-scientifico di tutela della salute con rappresentanze dei sindaci finalizzato a una puntuale raccolta dati sulla qualità delle acque e con pareri vincolanti sulle scelte strategiche in materia di approvvigionamento idrico alla dotazione ad opera dei soggetti coinvolti - Infn, Strada dei Parchi, Ruzzo Reti - di strumenti di monitoraggio tali da segnalare le anomalie in tempo reale, a interventi strutturali per la definitiva messa in sicurezza della captazione sul Gran Sasso.
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