«La vallata ha tanta acqua inutilizzata» 

Il geologo Marrone invita il Ruzzo a riprendere lo studio del 2005 e captare tre sorgenti tra Valle Castellana e Civitella

VAL VIBRATA. Sui Monti della Laga e in particolare sulla Montagna dei Fiori c’è acqua a sufficienza per dissetare la Val Vibrata ed evitare i blackout idrici. Se a Teramo si seguisse la strada praticata dai Comuni piceni, che hanno captato acqua dalla Montagna dei Fiori a Casteltrosino per soddisfare la domanda, allora il fenomeno dei rubinetti a secco, frequente soprattutto in estate, anche nella parte nord della provincia teramana subirebbe un argine.
È quanto sostiene il geologo, esperto in materia, Giovanni Marrone, che riprende uno studio del 2005 dal quale si evince l’opportunità di attingere acqua da altre sorgenti. L’allora sindaco di Civitella del Tronto, Mario Tulini, in una delle riunioni all’acquedotto del Ruzzo aveva affermato anni fa come dalla sola Civitella del Tronto si sarebbe potuto attingere acqua a sufficienza per aumentare la portata per l’intera vallata. Tulini sostenne che c’erano diversi punti di approvvigionamento (sorgenti e falde) la cui risorsa poteva aggiungersi all’acqua convogliata dalla Ruzzo Reti dalle sorgenti del Gran Sasso. Ma la sua voce rimase inascoltata e non ci si attivò mai in questa direzione, preferendo utilizzare l’acqua del potabilizzatore di Montorio che ha ovviamente una qualità minore. La sete da placare non è solo vibratiana ma anche di altri comuni dell’entroterra teramano e le opere richieste gioverebbero alla domanda.
Lo studio già effettuato, e che andrebbe soltanto aggiornato, prevede la realizzazione di tre diversi pozzi a Valle Castellana, Macchia da Sole e tra Civitella del Tronto e Campli, con una spesa di circa tre milioni di euro (due milioni di euro dalla Regione e la restante parte dal Ruzzo). «L’auspicio è che si rimetta mano a quello studio e si provveda alla captazione delle acque che il nostro territorio ha da offrire», afferma il geologo Marrone, che ha studiato negli anni il fenomeno erosivo costiero come pure il torrente Vibrata e il fiume Tronto, fra gli altri. Marrone ricorda come lo studio venne finanziato da Provincia di Teramo, Ato e Ruzzo finendo poi per essere completamente disatteso. Se torniamo un attimo indietro, in particolare a Tulini, le sue parole furono in qualche modo profetiche. A Ripe di Civitella le acque sotterranee provocarono qualche anno fa lo smottamento di una grande parte della collina. Un fatto, questo, che testimonia la ricchezza delle falde sotterranee e superficiali che nel territorio civitellese abbondano.
La palla è in mano alla Ruzzo Reti, l’unico soggetto deputato a raccogliere (o meno) la sollecitazione di Marrone. Il quale, per inciso, giudica ottima, al pari di quella del Gran Sasso, la qualità dell’acqua della Montagna dei Fiori e della Laga. Si tratterebbe, intanto, di aggiornare lo studio esistente, che risale ormai a tredici anni fa.
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