La Ykk lo paga ma per stare a casa

Colonnella, il delegato sindacale reintegrato dal giudice non può lavorare. L’azienda ricorre contro la sentenza

COLONNELLA. Licenziato e poi reintegrato dal giudice, l’azienda preferisce pagargli lo stipendio ma lasciarlo a casa. Accade alla Ykk Snap Fastners di Colonnella, azienda che produce bottoni e che già più di un anno fa si era fatta notare perchè aveva proposto ai propri lavoratori di andare a lavorare in Turchia per evitare il licenziamento. La proposta del gruppo giapponese di cui fa parte la Ykk fu ovviamente scartata da tutti. Dopo lunghe trattative la Ykk decise di licenziare 10 lavoratori, di cui sette che avevano già accettato di andare in mobilità. Fra i tre licenziati non volontari, a fine gennaio 2013, c’era anche il delegato aziendale della Cgil, Luciano Impiccini.

Ma il 16 settembre il giudice ha reintegrato in azienda l’operaio riconoscendo la fondatezza del ricorso per comportamento antisindacale. Una sentenza contro cui l’azienda ha presentato ricorso allo stesso tribunale, per cui l’altroieri si è tenuta la prima udienza. «La segreteria Fiom Cgil di Teramo esprime condanna per il comportamento dell'azienda che a tutt'oggi impedisce al nostro delegato di rientrare in attività sul posto di lavoro, rifiutando la prestazione lavorativa», commenta il segretario Giampiero Dozzi, «nel rinnovare la solidarietà al nostro delegato e agli altri lavoratori licenziati, ci adopereremo in tutti i modi per mettere in atto iniziative di sostegno e di sensibilizzazione a partire dalla prossima udienza del 26 maggio». Dozzi inoltre fa notare che secondo il sindacato la sentenza del giudice «dispone anche una ripetizione della procedura con cui più di un anno fa furono scelti i 10 lavoratori da mettere in mobilità, verificando chi doveva essere licenziato e chi no. Noi avevamo contestato il fatto che l’azienda aveva violato i criteri di scelta per indebolire la nostra organizzazione». La segreteria provinciale della Fiom Cgil inoltre ribadisce che «esempi come questi debbano far riflettere la politica e le istituzioni sulla reale portata della riforma Fornero che non aveva il ruolo di incrementare "la flessibilità" ma di indebolire qualsiasi idea di dignità e democrazia nei luoghi di lavoro».

Inoltre pochi mesi dopo i 10 licenziamenti, a settembre, l’azienda ha annunciato che entro un anno avrebbe smantellato lo stabilimento di Colonnella, dove produce bottoni. I 37 lavoratori saranno spostati nello stabilimento di Ascoli, la Ykk Mediterranea, che produce cerniere che a questo punto produrrebbe anche bottoni.

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