Lolli ai sindaci: attenzione a fare ricorso 

La Regione chiederà misure di sicurezza aggiuntive al Laboratorio per tutto ciò che avrà un impatto sull’acqua

TERAMO. Manteniamo i nervi saldi, stiamo chiedendo ulteriori misure di sicurezza. E’ il senso del messaggio del vicepresidente della Regione Giovanni Lolli dopo la presa di posizione dei sindaci teramani e della Provincia che chiedono la sospensione dell’esperimento Sox entro 30 giorni, altrimenti sarà presentato un ricorso al Tar.
Lolli ricorda che il tavolo i in Regione, dalla cui costola è nato il protocollo per la gestione di attività straordinarie nel sistema idrico del Gran Sasso «ha chiamato sia il Laboratorio di fisica nucleare che responsabile dell’esperimento: ci siamo fatti spiegare in che consiste e ci siamo fatti dare tutte le carte che ora stiamo studiando. Chiederemo una serie di misure aggiuntive cautelative. Senza, ci dichiareremo contrari al prosieguo dell’esperimento, come scritto nel protocollo di intesa». Il tavolo in Regione sull’esperimento Sox si è riunito la settimana scorsa.
Una frase secca sulla minaccia di sindaci e Provincia: « Per fare un ricorso al Tar ci vogliono gli argomenti, non basta dire: “Sono contrario all’esperimento”». Peraltro, informa Lolli, la Regione sta controllando se le procedure seguite sono complete. Ultimate le verifiche si riunirà di nuovo il tavolo. Comunque, aggiunge, «sono disponibile a rifare un incontro con i sindaci. Starei anche un po' attento a non fare allarmismi, sempre nell'ambito sempre della massima informazione e trasparenza». Lolli pensa alle ripercussioni sul turismo, ad esempio.
Il tavolo regionale, assicura, manterrà la guardia alta fino a che il problema non sarà risolto alla radice. «Fino ad allora chiederemo precauzioni aggiuntive. Ad esempio i vigili del fuoco hanno chiesto al Laboratorio di verniciare di rosso i tubi e noi abbiamo bloccato questa attività, come fatto con l’autostrada: qualsiasi cosa che possa avere un impatto sull’acqua ha bisogno di una procedura aggiuntiva. Faccio notare che dopo anni di silenzi colpevoli ora qualcuno si sta occupando in maniera abbastanza intensa di quello che è un problema molto complesso».
Lolli sta lavorando alla soluzione definitiva. «C'è una nuova governance delle risorse idriche, organizzata in distretti: noi facciamo parte del Centro-Appennino che ha dichiarato quella del Gran Sasso una delle due emergenze nazionali. Stiamo parlando infatti del più importante laboratorio italiano, del più importante acquifero del Centro sud e di un’ autostrada che è vettore nazionale. Ora dobbiamo consegnare la progettazione degli interventi di messa in sicurezza. Saranno necessarie decine di milioni». D’altronde bisogna fare nuove captazioni, sistemare lo scarico dell’acqua ed eliminare la struttura in cemento che non isola l’acquifero. Lolli dice che si è attivato per trovare i fondi, ad esempio con una perizia giurata che accerti i danni che ha fatto il terremoto, per accedere ai relativi fondi. «Il nostro obiettivo è realizzare le opere entro metà 2019, perchè allora l’autostrada dovrà allargare bypass fra le due canne: i lavori andranno fatti in contemporanea per ridurre i disagi».
©RIPRODUZIONE RISERVATA