Ma ora il sindaco vuole arrivare al 2019 

E in aula lancia messaggi a “Futuro in”: il nuovo termine servirà a ossigenare il cervello di tutti

TERAMO. «Non condivido, ma capisco». Il sindaco Maurizio Brucchi si presenta in consiglio senza i tre assessori di “Futuro in” e commenta con questa frase lapidaria la loro decisione di dimettersi. In apertura della seduta, dedicata alle interrogazioni rivolte alla parte ancora in carica dell’amministrazione, il primo cittadino annuncia anche il provvedimento del ministero dell’Interno che fa slittare il termine per l’approvazione del bilancio. «Avremo più tempo per rivedere il provvedimento», osserva il primo cittadino, che conferma la volontà di restare in carica fino alla scadenza del mandato nel 2019. «Non c’è nulla di così grave da giustificare la richiesta di mie dimissioni», chiarisce riferendosi all’invito rivoltogli dal gruppo di “Futuro in”, che ieri era rappresentato in aula solo da Emiliano Di Matteo, oltre che dal presidente del consiglio Milton Di Sabatino. La nuova scadenza per il varo del bilancio, che stando ad alcune interpretazioni emerse in aula potrebbe arrivare anche a 50 giorni oltre il temine normativo del 31 dicembre, secondo il sindaco dovrà servire «a ossigenare il cervello di tutti per fare le scelte giuste per la città».
Un’apertura arriva da Paola Cardelli che assicura di partecipare al voto sul bilancio, precisando che il suo sarà contrario, se il sindaco rimetterà mano alle questioni irrisolte dell’housing sociale di via Longo e della Tercoop per la gestione dei parcheggi in centro. Brucchi definisce «non indecente» la proposta della consigliera, che però ritiene troppo vaga la sua risposta.
Per Gianguido D’Alberto, capogruppo di “Insieme possiamo”, il centrodestra «si è autofagocitato» con le dimissioni degli assessori di “Futuro in” che «ora tenta di ricostruirsi una verginità politica». Il rappresentante dell’opposizione chiama in causa anche il presidente del consiglio Milton Di Sabatino contestandogli la firma della richiesta di dimissioni al sindaco, come consigliere della lista civica di Paolo Gatti, contravvenendo al suo ruolo istituzionale. Secondo Milton Di Sabatino l’invito a Brucchi non equivale a una sfiducia, ma anche il primo cittadino esprime dubbi sull’opportunità del suo gesto.
Alla seduta non partecipano i consiglieri fuoriusciti da tempo di “Al centro per Teramo” e Fdi-An, che ritengono inutili le interrogazioni a una giunta dimezzata. (g.d.m.)
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