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Maestra denunciata dalla collega
Non sono stati i genitori a rivelare il caso del bambino legato in classe
SILVI MARINA. A denunciarla non sono stati i genitori dei bimbi, ma una collega. È un particolare di non poco conto quello che emerge sulla vicenda della maestra di una scuola materna di Silvi finita sotto inchiesta per aver legato un bambino molto vivace con un foulard.
La donna, 39 anni, è accusata di abuso dei mezzi di correzione. L'altra maestra ha presentato un esposto sia ai carabinieri che al dirigente scolastico, nel quale si faceva rilevare come in due diverse occasioni il bambino fosse stato trattenuto vicino a sé dalla collega utilizzando un foulard, a suo dire legato da un capo al polso del bimbo, dall'altro alla cintura dell'insegnante. Poi l'autrice della denuncia si è messa in malattia. La maestra indagata, invece, da allora - era aprile - è rimasta regolarmente al lavoro.
Ad informarla che si stava indagando sul suo conto sono stati gli stessi genitori del bimbo legato, che sono andati a trovarla dopo essere stati chiamati dai carabinieri. Va ribadito che i familiari del piccolo legato non hanno voluto presentare querela di parte. Poi il dirigente scolastico ha inviato all'indagata una lettera di addebito con ipotesi di provvedimento disciplinare.
La maestra ha risposto, facendo presenti i due problemi che l'avevano spinta a legare il bambino: primo, in quel momento era da sola in classe anche se, da regolamento, le maestre presenti sarebbero dovute essere due; secondo, a pochi metri dalla classe c'era un cancello aperto che il bambino in questione, ipercinetico, avrebbe potuto raggiungere facilmente.
La maestra ha anche chiarito di aver legato un capo del foulard non al polso, ma al passante dei pantaloni del piccolo; e avrebbe una testimonianza in tal senso dalle collaboratrici scolastiche. Il dirigente della materna ha tempo fino al 12 luglio per infliggere o no alla docente il provvedimento disciplinare. Intanto, ha fatto chiudere il cancello in questione. (d.v.)
La donna, 39 anni, è accusata di abuso dei mezzi di correzione. L'altra maestra ha presentato un esposto sia ai carabinieri che al dirigente scolastico, nel quale si faceva rilevare come in due diverse occasioni il bambino fosse stato trattenuto vicino a sé dalla collega utilizzando un foulard, a suo dire legato da un capo al polso del bimbo, dall'altro alla cintura dell'insegnante. Poi l'autrice della denuncia si è messa in malattia. La maestra indagata, invece, da allora - era aprile - è rimasta regolarmente al lavoro.
Ad informarla che si stava indagando sul suo conto sono stati gli stessi genitori del bimbo legato, che sono andati a trovarla dopo essere stati chiamati dai carabinieri. Va ribadito che i familiari del piccolo legato non hanno voluto presentare querela di parte. Poi il dirigente scolastico ha inviato all'indagata una lettera di addebito con ipotesi di provvedimento disciplinare.
La maestra ha risposto, facendo presenti i due problemi che l'avevano spinta a legare il bambino: primo, in quel momento era da sola in classe anche se, da regolamento, le maestre presenti sarebbero dovute essere due; secondo, a pochi metri dalla classe c'era un cancello aperto che il bambino in questione, ipercinetico, avrebbe potuto raggiungere facilmente.
La maestra ha anche chiarito di aver legato un capo del foulard non al polso, ma al passante dei pantaloni del piccolo; e avrebbe una testimonianza in tal senso dalle collaboratrici scolastiche. Il dirigente della materna ha tempo fino al 12 luglio per infliggere o no alla docente il provvedimento disciplinare. Intanto, ha fatto chiudere il cancello in questione. (d.v.)
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