Manifesti pubblicitari anche sulle aree private

Il consiglio comunale approva le modifiche al regolamento: dopo le proteste di Canzio e dell’opposizione i proventi delle affissioni non vanno solo al Comune

TERAMO. Manifesti e locandine pubblicitarie potranno essere esposti anche su aree private. Nel consiglio comunale di ieri mattina, che ha dato il via libera al nuovo regolamento sulla pubblicità, l'amministrazione ha parzialmente modificato il testo portato in aula dal vicesindaco e assessore alle finanze Alfonso Di Sabatino Martina. Il provvedimento, nella stesura iniziale, introduceva un vincolo in base al quale le affissioni pubblicitarie sarebbero state possibili solo su spazi pubblici.

Questa disposizione ha suscitato le perplessità dell'opposizione e soprattutto di una parte della maggioranza, in particolare il capogruppo di "Al Centro per Teramo" Roberto Canzio, che hanno indotto la giunta ha ingranare la retromarcia. «La prelazione per le aree pubbliche era finalizzata a massimizzare il gettito del Comune», ha spiegato Di Sabatino Martina, «ma abbiamo recepito un emendamento della maggioranza che modifica questo aspetto». Il cambiamento reintroduce la possibilità che manifesti e locandine pubblicitari possano essere affissi anche su aree private, in modo che i proprietari di queste ultime traggano un utile incassando il canone.

La variazione è stata apprezzata dal centrosinistra che, però, ha sollevato altri dubbi sul provvedimento. Secondo Manola Di Pasquale, candidato sindaco del Pd, l'emendamento apportato al documento non era abbastanza chiaro. A detta di Gianguido D'Alberto (Pd), invece, nella stesura del regolamento non sono state coinvolte le associazioni di categoria interessate per cui l'atto rischia di risultare illegittimo. L'opposizione ha deciso di astenersi al momento del voto e il regolamento è stato approvato dalla sola maggioranza.

Attimi di tensione hanno accompagnato, invece, la bocciatura dell'ordine del giorno presentato dal Pd per quanto riguarda il trasporto alunni. Il documento, illustrato da Maurizio Verna, fissava una serie di prescrizioni a carico della ditta che gestisce il servizio riguardanti sia la sicurezza degli scuolabus che la tutela degli operatori impegnati a bordo dei mezzi.

La proposta messa in campo dal Pd era destinata a diventare operativa in vista del riaffidamento del servizio in scadenza a giugno. Per la maggioranza, però, le indicazioni contenute nel documento non sarebbero state concretamente attuabili. Il sindaco Maurizio Brucchi ha accusato l'opposizione di essere «demagoga e populista». Secondo il primo cittadino, il centrosinistra «propone cose che non si possono fare» e tramite l'ordine del giorno sugli scuolabus ha inteso fare solo campagna elettorale. Ha usato toni molto forti anche l'assessore alla pubblica istruzione Piero Romanelli, secondo cui il centrosinistra «ha speculato in modo rapace sui bambini per qualche manciata di voti».

Verna ha ribadito che l'interesse del Pd è solo orientato a garantire la sicurezza dei piccoli utenti del servizio di trasporto e la dignità dei lavoratori, alla luce degli episodi capitati nei mesi scorsi, quando alcuni scuolabus sono stati multati e fermati dai vigili urbani. Alla fine, però, la proposta dell'opposizione è stata respinta.

Gennaro Della Monica

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