Marco Pannella è tornato nel suo Abruzzo. Esaudita la sua volontà: "Riposerò a Teramo". In migliaia per l'ultimo saluto
C'erano tutti per l'ultimo saluto a Giacinto "Marco" Pannella. Emma Bonino e la compagna Mirella Parachini. Laura Hart e Matteo Angioli, i due angeli che hanno vissuto anche loro i 100 giorni nella "panetteria" del leader radicale. Tanti politici, autorità civili e religiose, giornalisti. Soprattutto tanta gente comune: teramani, abruzzesi e tanti arrivati da tutta Italia. C'era perfino il funzionario di polizia che lo arrestò 41 anni fa a Roma
TERAMO. È tornato a casa, nella sua Teramo. Giacinto "Marco" Pannella riposa nel cimitero di Cartecchio accanto alla madre. C'erano tutti per l'ultimo saluto al leader dei Radicali italiani, protagonista di tante battaglie per i diritti civili in oltre 50 anni di lotta politca. C'erano Emma Bonino e la compagna Mirella Parachini. Non potevano mancare Laura Hart e Matteo Angioli, i due angeli che hanno vissuto anche loro i 100 giorni nella "panetteria" del leader radicale. Tanti politici, autorità civili e religiose, giornalisti. Soprattutto tanta gente comune: teramani, abruzzesi e tanti arrivati da tutta Italia. C'era perfino il funzionario di polizia che lo arrestò 41 anni fa a Roma. Tutti insieme hanno prima partecipato alla camera ardente nella sala consiliare del municipio, poi lo hanno accompagnato in corteo fino al cimitero. Alle 16,24 un lungo applauso ha accompagnato la tumulazione. Sulla bara è stato posizionato un drappo bianco, la bandiera del Tibet e un pacchetto di Toscanelli.
L’omaggio e il compianto della città per il suo cittadino onorario è cominciato nella notte. Il carro funebre è arrivato nella piazza del municipio all'una e un quarto. Nonostante l'orario c'erano già un migliaio le persone ad attenderlo. Tra due ali di folla è stato salutato dal sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, dal presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, dal rettore dell'Università di Teramo, Luciano D'Amico e dal parlamentare Paolo Tancredi.
Poi dalle 7 del mattino in migliaia hanno affollato la camera ardente. Un infinito corteo che ha omaggiato il feretro di Pannella mentre nella sala risuonavano le note di Santino Spinelli, in arte Alexian, la cui musica piaceva molto a Pannella, non solo per la sua qualità, ma anche per i valori di tolleranza, integrazione, libertà e convivenza civile che l'intellettuale di origine rom incarna con la sua persona, la sua arte e la sua biografia. Spinelli ha ricordato il concerto a Teramo, dove «Marco era nel pubblico. Poi è salito sul palco e si è messo a cantare in perfetta lingua Rom questo ritornello che dice: o fratelli o figli».
Tra i primi ad arrivare il vescovo di Teramo, Michele Seccia. Cinque minuti di preghiera, raccolto davanti alla bara «per fare una sintesi...». Subito dopo un altro prete ha fatto il suo ingresso in sala, don Aldino Tomassetti, parroco della Cattedrale. Altre preghiere dedicate al paladino della laicità mentre si faceva sempre più intenso il flusso dei cittadini che si avvicinavano per una visita a Pannella metre i picchetti d'onore attorno alla bara si danno il cambio. Prima gli studenti dell'Università, poi dei carabinieri in uniforme, infine i commessi della Regione Abruzzo. Dietro al feretro i gonfaloni, della Regione, della Provincia di Teramo, dei Comuni di Teramo e dell'Aquila (dove era stato consigliere comunale), dell'Università che gli ha conferito nel 2015 la laurea honoris causa in Scienze della Comunicazione, dell' associazione Teramo Nostra di cui era socio onorario. Tra le bandiere anche quella listata a lutto del Liceo classico cittadino, il Melchiorre Delfico.
Nei banchi della sala consiliare si sono poi sedute Emma Bonino e la compagna di Pannella, Mirella Parachini. «Lui può essere fiero dei teramani così come i teramani possono essere fieri di lui», ha detto la Parachini. La Bonino, invece, con un sorriso ha declinato l'invito a parlare.
Il tutto mentre un fiume di persone sfilava davanti alla bara di Marco. Tanti politici, le autorità civili militari e religiose, ma anche tantissime persone comuni. Qualcuno piangeva, qualcuno toccava la bara qualcuno si faceva il segno della croce. Tra coloro che hanno voluto portare il saluto al politico teramano c'è stato anche Ennio Di Francesco, il pescarese ex funzionario della Polizia di Stato che lo arrestò a Roma per uno spinello fumato durante una delle sue tante clamorose battaglie politiche.
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Dopo più di 7 ore di camera ardente è stato il momento del saluto delle autorità. «Grazie Marco a subitissimo», è stato il saluto del presidente della Luciano D'Alfonso. La Regione Abruzzo, con i comuni di Teramo, L'Aquila e d'intesa con i Radicali e i familiari si metterà al lavoro per intitolare uno spazio istituzionale a Marco Pannella. «Vogliamo che questa consapevolezza che noi contemporanei di Pannella abbiamo avuto - ha detto D'Alfonso - possa essere condivisa anche da parte delle nuove generazioni». «Oggi - ha sottolineato il sindaco di Teramo Brucchi - non c'è partito. Mi sono commosso ricordando le lacrime di Pannella quando ha ricevuto le chiavi della città il 13 maggio e per sdrammatizzare ha chiuso con una battuta: "Queste sono chiavi false e so pure chi le ha falsificate"». Da parte sua il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente con cui nel '90 condivise le elezioni comunali con la lista "Convenzione democratica" anche chiamata "La Genziana" lo ha ricordato con una metafora del ciclismo: «Ci ha portato al traguardo della montagna per essere più civili».
Presenti anche molti sindaci del territorio, la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, il presidente del Consiglio Regionale d'Abruzzo Giuseppe Di Pangrazio e il presidente del Movimento Idea, Gaetano Quagliariello: «Mi disse: "Non ti dimenticare che sono un mulo abruzzese"».
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Il tutto fino alle 15, quando il feretro ha lasciato la camera ardente per raggiungere, a piedi, Porta Reale e il cimitero urbano di Cartecchio. Anche qui migliaia di teramani e non hanno reso omaggio a Pannella. E tanti sono rimasti in cimitero anche dopo la tumulazione.
«Tornerò per sempre, come tutti i miei cari, a riposare anch’io nel mio loculo a Cartecchio»: Pannella lo disse 5 anni fa, dando un appuntamento senza data, ma definitivo, alla sua città natale. Una città che oggi lo ha abbracciato per l’ultima volta e continuerà a farlo, compreso chi, in vita, non lo ha mai apprezzato e forse ne ha capito solo adesso la grandezza politica e umana.
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