Maxi debito, il Comune vuole transare 

Su piazza Sant’Anna l’amministrazione pronta a pagare la metà della somma dovuta per non andare in Cassazione

TERAMO. Il Comune è pronto a pagare la metà del debito per piazza Sant’Anna. Sul dimezzamento dell’importo da 1,5 milioni di euro, dovuto per il mancato esproprio dell’area risalente a quasi mezzo secolo fa, punta l’amministrazione per non correre il pericolo di perdere il giudizio in corso davanti alla Cassazione.
Dopo la sentenza favorevole di primo grado, emessa dal tribunale di Teramo, l’amministrazione ha visto ribaltare il pronunciamento in appello, quando gli eredi Merlini, che avevano chiesto il pagamento mai avvenuto e il risarcimento del danno, hanno ottenuto il via libera a incassare subito la somma. La decisione del giudice, resa immediatamente esecutiva, è stata impugnata dall’amministrazione di fronte alla Suprema Corte che dovrà dunque dire l’ultima parola sull’annosa vertenza per l’area che si apre davanti all’antica cattedrale di Sant’Anna.
«L’interlocuzione del Comune con gli eredi è iniziata nel 2015», ricorda l’assessore Sara Falini, che ieri ha riassunto i termini della questione durante la seduta della commissione Affari generali, «nel frattempo la giurisprudenza è cambiata e le eccezioni mosse dall’amministrazione non assicurano un esito favorevole del giudizio». Considerata anche la sentenza d’appello, l’ente ha ritenuto più prudente percorrere la strada della transazione. Una soluzione equa, secondo le stime di tecnici e legali del Comune, sarebbe dunque il pagamento di circa 750mila euro. Gli eredi non dovrebbero aspettare il pronunciamento della Cassazione, mentre l’amministrazione risparmierebbe la metà della somma dovuta in caso di sconfitta definitiva. «Soprattutto arriveremmo a definire una vicenda aperta nel 1969», tiene a evidenziare Sara Falini, «e che si è trascinata finora».
In precedenza gli eredi avevano rifiutato un’offerta di importo minore, ma questa nuova cifra potrebbe convincerli a chiudere la partita. Una volta acquisito il loro parere favorevole, l’accordo tornerà in commissione e subito dopo in consiglio comunale per l’adozione della delibera che ratificherà l’intesa. In caso contrario sarà decisivo il pronunciamento della Cassazione che esporrebbe il Comune a un esborso molto più consistente, tale da minare le già precarie condizioni delle finanze dell’ente.
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