Maxi svincolo, partiti gli espropri

Ruspe alla Gammarana, il quartiere scende in piazza per dire no.

TERAMO. I terreni sono stati occupati. Ieri è partito l’esproprio delle aree su cui passerà lo svincolo del Lotto zero alla Gammarana. E’ il primo passo concreto, dopo l’appalto assegnato all’inizio dell’anno all’associazione temporanea d’imprese formata dalle ditte Cobit di Silvestro Diodoro, Di Sabatino e Di Eleuterio, verso la realizzazione dell’opera da due milioni di euro. Sull’intervento pende però il ricorso al Tar presentato dal comitato di quartiere che contesta il progetto varato dal Comune. Secondo i residenti della Gammarana, l’opera costerà molto più del previsto. La prova della fondatezza delle contestazioni, a detta dei cittadini, è arrivata subito. «Per gli espropri l’amministrazione aveva previsto un costo di 180mila euro», sottolinea il presidente del comitato di quartiere Alfonso Marcozzi, «ma la spesa reale è già arrivata a 650mila euro e crescerà ancora».

I conti, sempre secondo i residenti, sono stati fatti in modo del tutto erroneo. «Chi in Comune ha validato il progetto non si è accorto dello sbaglio?», chiede Marcozzi. Le maggiori spese per gli espropri potrebbero essere coperte dalla somma risparmiata con il ribasso d’asta di oltre il 40% praticato dalle ditte appaltatrici, ma secondo il comitato civico non sarà così: «Alla fine i costi dell’errata programmazione ricadranno sulla collettività», afferma il presidente. I cittadini della zona sono sempre più convinti che quel progetto sia inutile e dannoso. «Non siamo contrari alla realizzazione dell’opera, anche se porterà nel quartiere un enorme volume di traffico», sottolinea Marcozzi, affiancato dall’ex consigliere comunale Giovannino Pettinaro, Claudio D’Addezio e Francesco Canzanese, «ma l’amministrazione avrebbe dovuto accogliere la nostra proposta progettuale».

La soluzione suggerita dal comitato, che tra l’altro era stata inizialmente recepita dal Comune tra le indicazioni per la Stu, la società di trasformazione urbana, sarebbe meno impattante e costosa. Dalla rotonda già in costruzione dietro ai capannoni dell’ex Villeroy, secondo i residenti, basterebbe realizzare una rampa di 300 metri per collegare il Lotto zero, la variante sud della città, a via Gammarana. Il progetto appaltato, invece, prevede la realizzazione di una bretella di 800 metri che di fatto dalla rotatoria torna indietro e sbuca a ridosso degli impianti sportivi dell’Acquaviva. «Così si distrugge una zona verde molto importante», spiega Marcozzi, «e si spendono più soldi». Il comitato attende per i prossimi giorni il pronunciamento del tribunale amministrativo sul ricorso, curato dall’avvocato Carlo Scarpantoni, che ha evidenziato carenze di documentazione nella pratica dello svincolo. Marcozzi lancia un’accusa pesante al Comune. «Ha portato al Tar documenti diversi da quelli approvati in consiglio», conclude, «è una mossa sfacciata».