vendeva pesce non tracciato 

Maximulta da 4500 euro a una pescheria teramana

TERAMO. Pesce messo in vendita con etichette carenti di informazioni sulla tracciabilità e, in alcuni casi, senza nessuna indicazione sulla filiera: è successo in una pescheria di Teramo ispezionata...

TERAMO. Pesce messo in vendita con etichette carenti di informazioni sulla tracciabilità e, in alcuni casi, senza nessuna indicazione sulla filiera: è successo in una pescheria di Teramo ispezionata dagli uomini della guardia costiera di Giulianova, coordinata dal comandante Claudio Bernetti e dal servizio veterinario d’igiene degli alimenti di origine animale dell'Asl diretto da Oana Guerrieri. L’intervento si è concluso con il sequestro di mezzo quintale di pesce di cui non è stato possibile accertare la provenienza. Gli ispettori hanno riscontrato numerose irregolarità. Tra queste, la violazione alle norme sull'etichettatura del prodotto messo in vendita: le etichette apposte, infatti, risultavano carenti delle informazioni basilari da rendere per legge al consumatore, attestanti l'origine del prodotto e le indicazioni sulla sua filiera. È stata inoltre riscontrata la violazione delle norme sulla tracciabilità degli stessi prodotti poiché per diverse cassette rinvenute nella cella frigo il commerciante non è stato in grado di dimostrarne la corretta provenienza. È scattato così il sequestro di oltre mezzo quintale di prodotto ittico vario avviato alla distruzione. Gli ispettori hanno riscontrato anche carenze nelle procedure sanitarie Haccp alle quali la pescheria, che proponeva in vendita prodotto ittico già preparato, avrebbe dovuto attenersi. L'esercente è stato multato per 4500 euro.