Mea culpa di Brucchi, la giunta resta in bilico

La riunione di maggioranza (senza dissidenti) non scioglie i dubbi. Il sindaco: «Ho fatto sbagli, ma non sono stato il solo»

TERAMO. Discontinuità e maggiore condivisione. Sono questi i cardini su cui si può ricostruire la maggioranza in Comune. Le richieste di un netto distacco sia nei metodi che nel merito dell'attività amministrativa e di un più ampio coinvolgimento dei consiglieri nei processi decisionali hanno caratterizzato la riunione convocata dal sindaco Maurizio Brucchi a due giorni dalla scadenza del termine entro cui ritirare le dimissioni. Il confronto decisivo con alleati e soprattutto i dissidenti che hanno messo in crisi la maggioranza è partito da un'ammissione di responsabilità del primo cittadino. «Se siamo qui a discutere l’ennesimo documento e se ci sono i presupposti per andare avanti, vuol dire che ho sbagliato», ha premesso Brucchi.
Parole indirizzate anche a chi non c'era, ai consiglieri di "Al centro per Teramo" che gli hanno chiesto di riconoscere gli errori del recente passato. «Ma ho sbagliato solo io?», ha sottolineato Brucchi, «finora però non ho sentito nessuno fare un minimo di autocritica». Il sindaco non ha nascosto neppure di aver valutato male l'effetto del riallargamento della giunta a nove assessori che doveva servire a rafforzare l'azione amministrativa e invece ha spinto sull'Aventino Vincenzo Falasca, Alfredo Caccioni e Domenico Sbraccia, lasciando la maggioranza senza numeri per governare. Il dibattito nella sala convegni della Dmp Electronics, dove sono stati riuniti i 18 consiglieri chiamati a puntellare l'amministrazione in bilico, ha fatto riemergere la richiesta di riduzione a sei del numero degli assessori. A questa condizione resta subordinata la ricucitura dello strappo con i dissidenti. Il sindaco ha provato ad aggirare l'ostacolo, proponendo un'ulteriore riduzione dei compensi agli amministratori che raggiungerebbe, anche con nove posti in giunta, l'obiettivo di contenere i costi. Per i dissidenti, però, è determinante il taglio numerico degli assessorati. Futuro in, che dovrebbe dimezzare la propria rappresentanza in giunta, perdendo due dei quattro posti che occupa attualmente, ha confermato la proposta di portare in consiglio il documento programmatico, articolato in punti da realizzare fino alla scadenza naturale del mandato, ricompattando lì la maggioranza. L'eventuale revisione della giunta, nel numero e nei nomi, secondo la lista civica che fa capo a Paolo Gatti sarebbe il passo successivo. Caccioni, però, ha chiarito che in assenza di un effettivo riassetto della giunta che dia nuovo slancio alla coalizione e al sindaco sarebbe meglio il commissariamento. Brucchi scioglierà la riserva sul suo futuro domani mattina, nell'ultimo giorno utile per la decisione, ma l'emergenza idrica esplosa ieri pomeriggio potrebbe indurlo ad accelerare i tempi. «Assumerò ancora una volta le responsabilità che mi competono», ha evidenziato, «abbiamo un mandato da rispettare; abbiamo due anni ancora di lavoro intenso e difficile con scelte importanti non solo legate al terremoto». Di sicuro i danni provocati dal sisma e dal maltempo condizioneranno il programma e hanno messo sotto una luce diversa anche il documento programmatico. Il sindaco ancora una volta ha richiamato tutti alla responsabilità nell'affrontare i problemi della città che non troverebbero risposte efficaci con il commissariamento. Secondo lui, anche alla luce del confronto di ieri pomeriggio, ci sono i presupposti per un ulteriore tentativo di rilancio dell'amministrazione.
Gennaro Della Monica
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