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«Mio padre, un modello per tutti» 

Caterina Chinnici incontra gli studenti e parla della lotta alla mafia 

MONTORIO. Un sorriso che trasmette serenità. Caterina Chinnici, magistrato ed europarlamentare, si è presentata così ieri mattina agli alunni dell’istituto comprensivo Montorio-Crognaleto per parlare di legalità nel corso di un incontro ideato da Corrado Scipioni della Biblioteca del Ricordo e voluto dalla dirigente Eleonora Magno. Caterina è la figlia di Rocco Chinnici, il giudice ucciso da Cosa Nostra nel 1983, che ha rivoluzionato la lotta alle mafie creando il pool antimafia, ma anche il primo magistrato ad entrare nelle scuole. «Mio padre magistrato e mia madre insegnante sono stati due modelli di crescita per me sempre presenti, seppur impegnati con il loro lavoro»: così la Chinnici si è raccontata agli studenti, ricordando anche quei momenti in cui il padre la portava con sé in pretura. «È lì che ho cominciato ad assorbire il suo lavoro», ha detto, «e ho visto tracciato il mio percorso».
Il magistrato ha raccontato «che dopo aver vissuto in un paese come il vostro abbracciata dagli affetti, quando ci siamo spostati a Palermo è cambiato tutto. Lì mio padre ha cominciato a lavorare sui fatti di mafia e lì sono partite le minacce. Ma lui non si è tirato mai indietro. E di fronte ad un giornalista che – poco prima che morisse – gli chiese perché continuava a fare quel mestiere pur sapendo di rischiare la vita, lui rispose: “Lo faccio per quel bambino – indicando un bimbo su di un triciclo che giocava sotto casa - perché possa vivere in una città libera”». Caterina Chinnici è arrivata scortata, una scelta che lei ha definito «non facile, perché non coinvolge solo la persona ma tutta la famiglia». E al bambino che le ha chiesto se fosse riuscita a perdonare chi ha ucciso il padre ha detto: «La rabbia ti prende e ti impedisce di vivere. Ma volevo che i miei figli crescessero liberi. E così che sul piano personale abbiamo fatto la scelta del perdono, che va rinnovata ogni giorno». L’europarlamentare ha così concluso l’incontro: «Per me è un privilegio oggi essere qui con voi. Mio padre dedicava tanta attenzione ai ragazzi su cui riponeva fiducia, perché la mafia la si sconfigge non solo con la legge, il diritto e la giustizia, ma con il cambiamento culturale, che parte da voi giovani».
Catia Di Luigi
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