Montepagano, chiude la comunità per minori 

Nella struttura sono rimasti solo tre ragazzi e nessuna cooperativa vuole gestirla Le spese sarebbero superiori ai ricavi. Sono a rischio anche i posti di lavoro

ROSETO. La comunità per minori di Montepagano chiude dopo 22 anni di attività. A comunicarlo, dopo aver appreso ieri mattina che nessuna cooperativa era disposta ad accollarsene la gestione, è l'assessore alle politiche sociali Luciana Di Bartolomeo. Nella struttura sono rimasti infatti solo tre minori e di conseguenza le spese, per qualsiasi cooperativa, sarebbero risultate più alte dei ricavi. «Purtroppo non siamo riusciti a trovare una soluzione», dice Di Bartolomeo, «dunque per il momento la comunità chiuderà e i tre minorenni verranno trasferiti in altre strutture. L’assistente sociale sta lavorando, a breve avremo notizie più certe sulla destinazione. Ieri mattina ho ricevuto i dipendenti della cooperativa I Girasoli, che in tutti questi anni ha gestito la comunità, facendo un lavoro eccellente».
Nata nel 1997 la comunità per minori di Montepagano è sempre stata gestita dalla cooperativa I Girasoli: all’inizio accoglieva mamme in difficoltà, mentre successivamente ha ospitato minori stranieri e minori italiani con situazioni familiari disagiate. «In 22 anni», precisa Valentina Di Pietro, presidente della cooperativa, «abbiamo accolto circa 150 minori e nella struttura hanno lavorato sempre sette operatori e un coordinatore. Ora cercherò di tutelare, con sacrifici, questi operatori, per cercare di non far perdere loro il posto di lavoro». Un rischio che dunque c’è. Mercoledì scorso la cooperativa I Girasoli ha inviato una lettera al sindaco Sabatino Di Girolamo e all’assessore Di Bartolomeo per informarli che il giorno precedente aveva ricevuto la lettera di dimissioni di tre minori ospitati nella struttura (fino a quella data i minori erano sei). «Con queste dimissioni», si legge nella lettera, «il numero dei minori presenti non permette alla nostra cooperativa di andare avanti con il servizio e siamo costretti nostro malgrado a comunicarvi che gli operatori resteranno in servizio fino alle 10 del 16 settembre, dopodiché si declina ogni responsabilità sui minori, che non saranno quindi più da noi seguiti».
Sulla questione interviene anche la consigliera d’opposizione Rosaria Ciancaione, che ha presentato un’interrogazione da discutere nel prossimo consiglio comunale sui problemi del sociale a Roseto e ha chiesto, allo stesso tempo, di convocare un consiglio straordinario, dopo la notizia della chiusura della comunità di Montepagano, in cui discutere dei servizi sociali gestiti dal Comune sia direttamente sia attraverso l’Unione. «Purtroppo non è tutto», commenta Ciancaione, «perché il servizio del centro diurno per disabili, già privato del “dopo di noi” di Casarosa per una scellerata scelta che destina metà della struttura al 118, dal primo settembre è sospeso in attesa che l’Unione dei Comuni individui un soggetto che lo gestisca, con un costo lievitato rispetto allo scorso anno da 90 a 152 mila euro, quindi ben 62 mila euro in più. Anche per la ludoteca, il centro diurno per minori di età compresa tra i 6 e 17 anni, la gara è in corso e non si sa dove sarà collocata sul territorio visto che i locali in cui è stata per anni sono stati dati alla polizia provinciale e all’associazione guardie ambientali. Del centro sociale anziani, invece, non è dato modo di sapere cosa l’amministrazione voglia fare. Una sorta di ecatombe».
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