antimafia

'Ndrangheta e gioco d'azzardo, arrestato imprenditore a Roseto

Luca Caporaletti finisce ai domiciliari, sequestrate le due agenzie di scommesse riconducibili a lui

ROSETO. Anche il rosetano Luca Caporaletti, 38 anni, è finito nella retata contro il gioco illecito on line che sarebbe controllato dalla ‘ndrangheta. Il blitz è stato eseguito all’alba di mercoledì nell’ambito operazione ‘Gambling’, conclusa con 41 ordinanze di custodia cautelare oltre al sequestro di 56 imprese nazionali ed estere, 1.500 punti commerciali e 82 siti nazionali e internazionali, per un valore stimato pari a circa due miliardi di euro. Per 28 indagati è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Per 13 gli arresti domiciliari, tra cui Caporaletti. Notificati anche cinque divieti di dimora e cinque obblighi di presentazione. Disposti i sequestri preventivi di 45 imprese operanti sul territorio nazionale, tra cui la ‘Italia servizi’ e la ‘Italia game’, entrambe con sede a Roseto e riconducibili a Luca Caporaletti.

Gli uomini di carabinieri, polizia e guardia di finanza, quelli della Dia insieme allo Scico e al nucleo speciale frodi tecnologiche delle fiamme gialle di Roma, hanno effettuato su tutto il territorio nazionale un’imponente operazione, sotto il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria. L’attività d’indagine complessivamente ha permesso di portare alla luce un’associazione per delinquere di stampo mafioso con proiezione transnazionale, almeno secondo l’impianto accusatorio, costituita da soggetti appartenenti alla ‘ndrangheta che, avvalendosi di società estere di diritto maltese, avrebbe esercitato abusivamente l’attività del gioco e delle scommesse sull’intero territorio nazionale, così riciclando ingenti proventi illeciti.

L’associazione criminale, attraverso lo schermo di imprese operanti nel mercato dei giochi e delle scommesse a distanza e dislocando in Stati esteri i server per la raccolta informatica delle giocate e la loro gestione, avrebbe aggirato la normativa che regola il settore, realizzando consistenti profitti, poi reinvestiti per l’acquisizione di ulteriori imprese e licenze estere e nazionali per l’esercizio ancora più esteso e remunerativo delle attività.

In particolare, l’attività investigativa ha consentito di accertare che la raccolta ‘da banco’ dei giochi e delle scommesse si sarebbe attuata attraverso una ramificata rete di agenzie che sono state inquadrate, simulatamente, come centri di trasmissione dati (Ctd) collegati a bookmaker esteri (autorizzati ad operare la raccolta a distanza in forza di apposite licenze rilasciate dalla competente autorità maltese) grazie a un apparente contratto di prestazioni di servizi. Difatti, la raccolta delle giocate – attraverso più siti internet di scommesse on-line (sia .it che .com) – non sarebbe avvenuta attraverso una transazione on-line in quanto le poste dei giocatori sarebbero state acquisite in contanti o tramite assegni direttamente consegnati al gestore del punto commerciale dislocato sul territorio.

Secondo l’accusa, dunque, l’associazione criminale si sarebbe sottratta al pagamento dell’imposta unica sulle scommesse, ottenendo un ingiusto profitto a danno dello Stato italiano, e avrebbe conseguito in Italia utili d’impresa, riconducibili a una stabile organizzazione occulta, che sarebbero stati sottratti al pagamento delle imposte dirette, omettendo di presentare la prescritta dichiarazione ai fini dell’imposta sul reddito delle società (Ires), per di più riciclando un’enorme massa di denaro sporco attraverso l’utilizzo di conti di gioco intestati a persone compiacenti o inconsapevoli.(red.te)

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