Nel processo Castrum la sentenza del Tar sul Lido delle Palme 

Giulianova, i pm inseriscono nella documentazione anche il secondo provvedimento con cui  i giudici del tribunale amministrativo hanno nuovamente bocciato il piano di lottizzazione

GIULIANOVA. La Procura ne ha fatto uno dei capisaldi di un’inchiesta sfaccettata come Castrum. Per i pm Luca Sciarretta e Andrea De Feis il piano di lottizzazione Lido delle Palme altro non è che il frutto di un accordo corruttivo ed è questa la tesi che i due magistrati sono decisi a dimostrare nel processo in corso sul presunto giro di appalti e mazzette a Giulianova con 12 imputati tra cui la dirigente comunale (ora sospesa) Maria Angela Mastropietro.
Un processo in cui è entrata anche la recente sentenza con cui i giudici del Tar hanno nuovamente bocciato la lottizzazione accogliendo il ricorso di Alfonso e Giulio Pagliaricci, proprietari di un’area. I due pm, infatti, l’ hanno inserita nei documenti processuali all’esame del collegio presieduto da Franco Tetto. Nel nuovo provvedimento il Tar ha confermato le eccezioni che già nel 2014 avevano portato ad un primo annullamento del piano attuativo, annullamento che aveva indotto l’allora amministrazione a proporre una variante al Prg che fosse risolutiva dei rilievi sottolineati dai giudici amministrativi. La variante è stata nuovamente bocciata dal Tar con le stesse motivazioni e con l’aggiunta della censura di procedure che secondo il tribunale sarebbero errate. Secondo i giudici la variante sarebbe stata carente delle necessarie fasi di pubblicità e di valutazione ambientale strategica. Nel corso della complessa inchiesta Castrum la Procura ha sostenuto che la Mastropietro in cambio di alcune facilitazioni all’iter del piano abbia ottenuto la promessa dell’ affidamento di un appalto di tre milioni che sarebbe stato stipulato dal consorzio Lido delle Palme con la società Rima, di fatto gestita dal marito Stefano Di Filippo (anch’egli imputato). Chiaro a questo proposito il gip Domenico Canosa a pagina 548 della voluminosa ordinanza di custodia cautelare dell’epoca: «La Mastropietro si impegnava a compiere e anche compiva atti d’ufficio ed atti contrari ai doveri d’ufficio nell’ambito del procedimento amministrativo relativo al piano di lottizzazione denominato Lido delle Palme, tra i quali anche quelli afferenti la procedura espropriativa, non ancora terminata, da lei intrapresa nei confronti di Alfonso e Giulio Pagliaricci, nonchè le indicazioni fornite ai progettisti del piano per apportare modifiche progettuali idonee, per un verso, a rendere più agevole l’approvazione del progetto da parte della competente Soprintendenza, per altro verso, a rendere meno efficace il ricorso al Tar presentato da Alfonso e Giulio Pagliaricci avverso le suddette deliberazioni della giunta comunale».
Del piano di lottizzazione delle Palme si tornerà a parlare nell’udienza del 3 maggio in cui è prevista l’audizione del consulente tecnico della Procura.
©RIPRODUZIONE RISERVATA