Omicidio Tizi, annullate le 4 condanne 

La Cassazione accoglie i ricorsi e rinvia gli atti alla corte d’appello di Perugia per rideterminare l’entità della pena

MARTINSICURO. Tutto ruota sull’aggravante, ovvero quello che per il codice può essere motivo di aumento della pena. Ed è questo l’elemento per cui ieri la Cassazione ha annullato le quattro sentenze di condanne in appello per l’omicidio di Roberto Tizi, il 35enne originario di Petritoli (Fermo) che nel 2015 venne freddato con due colpi di pistola davanti agli occhi della sua compagna, a Martinsicuro.
I giudici della Suprema Corte, nell’accogliere il ricorso dei difensori degli imputati, hanno annullato rinviando gli atti alla corte d’appello di Perugia (competente in questo caso) per rivedere l’entità della pena. Resta l’omicidio volontario aggravato ma la pena va rivista per tutti in considerazione di quello che per la Cassazione è il mancato riconoscimento di un aggravante. Per conoscere quale bisognerà attendere il deposito delle motivazioni dopo l’udienza di ieri mattina.
Nel novembre dell’anno scorso il 49enne albanese Arjan Ziu, che il giorno dopo il fatto confessò di aver sparato per vendicarsi di una lite, era stato condannato a 30 anni dalla corte d’appello dell’Aquila che aveva riformato la sentenza di primo grado al termine della quale l’uomo era stato condannato a 18 anni con rito abbreviato. Allora gli erano state riconosciute le attenuanti generiche che, in Appello, non erano state ritenute applicabili. Una nuova valutazione giuridica del fatto, dunque, che aveva portato i magistrati di secondo grado a stabilire una condanna molto più pesante per l’uomo assistito dall’avvocato Tiziano Rossoli che ora dice: «Siamo soddisfatti per il pronunciamento della Suprema Corte e ora attendiamo la fissazione dell’udienza a Perugia per gli ulteriori sviluppi». I giudici aquilani all’epoca avevano ridotto le condanne stabilite in primo grado per Mikele Ziu, 50 anni (fratello di Arjan), i due figli di quest'ultimo Rudy di 24 anni e Antonio di 18 anni ( (assistiti dagli avvocati Antonio Valentini e Maurizio Cacaci): per i primi due la pena era scesa da 17 a 16 anni, mentre per il terzo da 17 a 12 anni. La compagna della vittima si era costituita parte civile assistita dall’avvocato Massimo Di Bonaventura.
Tizi fu ucciso con due colpi di pistola calibro 6,35 sparati da Arjan Ziu appena giunto sotto casa . Il primo colpo lo raggiunse mentre era ancora in auto. Un vero e proprio agguato, secondo la Procura, con i quattro che dopo gli spari esplosi da Arjan Ziu infierirono sull'uomo prendendolo a calci in testa mentre era a terra. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori l'agguato mortale sarebbe stato una vendetta per una discussione per futili motivi avuta qualche ora prima dalla vittima con Arjan Ziu. A fornire un grosso contributo alle indagini erano state soprattutto le immagini catturate da alcuni di impianti di videosorveglianza. Nel corso dell’udienza di convalida Arjan Ziu aveva detto di aver agito da solo sostenendo che in quel momento con lui non c’erano complici e che le persone che si vedevano scappare nelle immagini fossero estranei che fuggivano perchè spaventati dagli spari. Una ricostruzione, la sua, diversa da quella emersa dalle immagini che invece hanno certificato il coinvolgimento del fratello e dei nipoti.
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