Un letto dell'Osservazione breve pediatrica con il primario Mario Di Pietro

TERAMO

Ospedale Mazzini, in Pediatria quattro nuovi ambulatori 

Aperti l’endocrinologico, il nutrizionale, quello per i disturbi alimentari e il neonatologico. Presto l’osservazione breve

TERAMO. Pediatri del Mazzini sempre più vicini ai bisogni dei piccoli pazienti. Il reparto ha aperto quattro nuovi ambulatori e offre 24 tipi di prestazione che prima non assicurava.
Mario Di Pietro, primario della pediatria da dicembre 2016, esordisce sottolineando che la rivoluzione attuata nel reparto è tutta merito «di un personale fortemente motivato che fronteggia un carico di lavoro molto aumentato. Le novità sono state pensate e attuate per andare il più possibile incontro alle esigenze dell’utenza pediatrica della provincia di Teramo, e non solo».
I 4 AMBULATORI. I quattro ambulatori sono tutti nello stesso piano della pediatria, il primo, ma nell’ala D. L’ambulatorio endocrinologico nasce dall’esperienza ventennale di Di Pietro nel settore, all’inizio a Giulianova, poi ad Atri. In questo caso è coadiuvato dalla collega Filomena Pace. «E’ un tipo di attività molto richiesta: riguarda i disturbi delle crescita. Per la bassa statura siamo un centro autorizzato alla somministrazione dell’ormone della crescita. Oltre a questo curiamo le alterazioni della pubertà, precoce e tardiva, e i disturbi della tiroide», spiega il primario.
L’ambulatorio nutrizionale pediatrico, gestito con Giuseppina Capozzi, si occupa «della diagnosi e del trattamento di sovrappeso e obesità e delle relative complicanze. Fra queste di particolare rilievo è la stenosi epatica, il cosiddetto fegato grasso, che si presenta in oltre il 50% di soggetti obesi e rischia di degenerare in steatoepatite, cioè infiammazione cronica del fegato. «Siamo appena partiti con una ricerca insieme al Bambin Gesù per individuare i soggetti che presentano un maggior rischio di questa degenerazione. Si tratta di uno studio genetico che evidenzia la presenza di polimorfismi di rischio. L’analisi di laboratorio per individuarne la presenza la fa Giancarlo Paganico del laboratorio analisi».
C’è poi l’ambulatorio che svolge la valutazione multidisciplinare (con pediatra, dietista e psicologo) dei disturbi del comportamento alimentare. «E’ stato attivato già dal 2017», precisa Di Pietro che lo gestisce con Silvia Di Battista, «e svolge un’attività per la quale siamo punto di riferimento regionale». Tratta di diverse patologie che vanno dalla anoressia nervosa, alla bulimia nervosa, al disturbo dell’alimentazione incontrollata.
Inoltre è stata istituita l’unità semplice di neonatologia, il cui responsabile è Franco Di Lollo. Oltre a garantire gli screening neotatali all’udito e visivo, l’ambulatorio esegue il monitoraggio dei bambini nati Sga, cioè troppo piccoli per l’età gestazionale. «Devono essere strettamente controllati, almeno fino ai 2 anni di età: alcuni possono crescere poco e quindi dai 4 anni in poi possono essere trattati con l’ormone della crescita, altri invece possono crescere troppo, sono a rischio di sviluppare obesità e sindrome metabolica», spiega il primario.
ALTRI TRE. Entro l’anno Di Pietro conta di aprire altri tre ambulatori «per dare una risposta sempre più esaustiva ed evitare che le famiglie debbano andare fuori». A cominciare da quello di gastronterologia, per bambini con celiachia e malattie infiammatorie intestinali: sarà gestito da Maria Grazia Marzan, che attualmente sull’argomento sta facendo un master all’Umberto I. Poi c’è quello di neurologia pediatrica per trattare cefalea e crisi convulsive di cui è responsabile Elena Cicconi e infine quello di allergologia e immunologia pediatrica gestito da Maria Lavinia Celommi.
L’OBIP. Strutturalmente l’Obip, cioè l’osservazione breve intensiva pediatrica, già c’è. Ma l’Obip, che sarà gestita da Marisa Zaccagnini responsabile dell’area urgenze del reparto, per entrare in funzione ha bisogno di due pediatri in più. «E’ un’area strategica (come quella da anni attiva al pronto soccorso, dove principalmente è destinata agli adulti, ndr) perchè consente di mantenere il bambino in osservazione fino a 24-36 ore, evitando ricoveri inappropriati o dimissioni a rischio. Ci è stato già potenziato l’organico infermieristico, e di questo ringrazio la direzione sanitaria ospedaliera, ma c’è bisogno dei medici: è un’attività impegnativa», conclude Di Pietro.
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