«Ospedale unico a Mosciano Stazione» 

Secondo il neocostituito comitato questa soluzione presenterebbe molti vantaggi rispetto alla scelta di Piano d’Accio

MOSCIANO. Il nuovo ospedale di primo livello, unico per tutta la provincia con i suoi 660 posti letto, non può essere costruito a Piano d’Accio ma a Mosciano Stazione, sull’unica area che ha tutti i requisiti richiesti di qualità ed estensione della superficie disponibile, assenza di vincoli ambientali, infrastrutture esistenti, basso indice di pericolosità sismica. A sostenere la proposta è il comitato spontaneo “Un ospedale centrale provinciale” presentato ufficialmente ieri in conferenza stampa dal suo presidente Marco Battestini insieme ad altri componenti tra cui Silvio Di Giuseppe, presidente dell’Ordine dei farmacisti, Ercole Core, medico di base, insieme al sindaco di Mosciano Giuliano Galiffi e al capogruppo di maggioranza dello stesso comune Mirko Rossi. «L'area che garantisce meglio di ogni altro facilità e rapidità di accesso a tutta la popolazione teramana», dice Battestini, «è quello a ridosso della zona di Mosciano Stazione, all’intersezione tra tutte le infrastrutture viarie esistenti: autostrada A14, Teramo-mare, statale terminal bus, ferrovia. A Piano d’Accio ci sarebbe un solo svincolo, quello della Teramo-mare con problemi di accesso ben evidenti».
Ma sono anche altre le ragioni a favore dell’area di Mosciano. Secondo i responsabili del neocostituito comitato realizzare un ospedale a Mosciano Stazione costerebbe molto meno che a Piano d’Accio. Il costo di acquisizione dei terreni ad esempio varia notevolmente. Si passa da un milione e mezzo di euro a Piano d’Accio al milione di Mosciano. In entrambi i casi i terreni sono immediatamente disponibili, però a Piano d’Accio occorre un cambio di destinazione urbanistica, con passaggio in consiglio comunale, mentre a Mosciano l’ospedale è compatibile con lo strumento urbanistico adottato. Costi differenti di costruzione per via della diversa conformazione del territorio: collinare e fluviale a Piano d’Accio, con rischio sismico di 2° grado; pianeggiante con rischio sismico di 3° grado a Mosciano. Se a Piano d’Accio i parcheggi dovranno per forza essere multipiano, a Mosciano possono essere realizzati a raso con costi di costruzione inferiori. A favore di Mosciano – sempère secondo il comitato –ci sarebbe anche l’estensione dell’area, circa 18 ettari e la possibilità di acquisirne altri 20 per eventuali ampliamenti futuri, contro gli appena 9 ettari di Piano d’Accio. I sottoservizi sono già presenti nell’area di Mosciano mentre a nella frazione teramana sono ancora da ultimare. «In questi giorni», aggiunge Battestini, «l’assessorato regionale alla sanità sta discutendo del riordino della rete ospedaliera e confidiamo siano fatte scelte ponderate, sia in merito ai nuovi presidi che alla corretta implementazione o riconversione sanitaria degli esistenti». Il comitato è nato a maggio ma, per precisa scelta dei suoi costituenti, ha deciso di presentarsi pubblicamente al termine del periodo elettorale. Obiettivo dichiarato, aprire una discussione seria e argomentata, non improntata sui campanilismi. Prossimo passo dunque avviare un’efficace dialogo con le istituzioni regionali e la Asl di Teramo, con i sindaci dei Comuni teramani, con i medici di base, medici ospedalieri, professionisti sanitari, con i portatori di interesse e rappresentanti dei cittadini. A luglio sarà organizzato un convegno per presentare la proposta avanzata e confrontarsi con esponenti e rappresentanti delle istituzioni e della sanità territoriale. «Il nuovo ospedale provinciale dovrà servire per i prossimi 50-60 anni», conclude Battestini, «pertanto la scelta deve essere fatta con rigore».
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