Palazzina pericolante, sgombero forzato 

Silvi, tre dei sei inquilini non volevano lasciare l’edificio Ater fatiscente. Il sindaco: «Atteggiamento poco giustificabile»

SILVI. Momenti di tensione ieri mattina da parte dei residenti della palazzina di proprietà dell’Ater sita in via Spezzaferro, invitati dalle forze dell’ordine, protezione civile e vigili del fuoco a lasciare gli alloggi dichiarati da tempo i inagibili e pericolosi per l’incolumità personale. Tre degli occupanti hanno rispettato le disposizioni dell’Ater di spostarsi in altra casa popolare a Mosciano, mentre gli altri tre, alcuni con gravi problemi fisici, si sono rifiutati di liberare gli appartamenti. Andati a vuoto i vari tentativi di risolvere pacificamente la questione, si è arrivati alla determinazione, da parte della prefettura di Teramo, dello sgombero forzato, la cui direzione è stata affidata al commissariato di Atri, sgombero deciso dopo che erano stati disattesi i termini stabiliti nei due tavoli tecnici promossi dal prefetto il 5 e l’8 settembre scorsi.
Sulla vicenda il sindaco di Silvi Andrea Scordella ha provveduto a convocare in mattinata la giunta deliberando, su proposta dell’assessore al sociale Fabrizio Valloscura, la concessione del contributo di “adeguata sistemazione” «all’unica famiglia interessata allo sgombero», si legge in una nota del Comune, «alla quale l’ufficio sociale ne ha riconosciuto il diritto». Le altre due sono state ospitate da familiari in attesa di trovare una sistemazione autonoma. Sul fatto che si sia stati costretti ad arrivare a uno sgombero forzato a causa della resistenza degli occupanti, Scordella ha dichiarato: «Lo sgombero è stato la normale procedura di attuazione dell’ordinanza commissariale dell’8 giugno. L’atteggiamento degli inquilini è poco giustificabile, a mio avviso. Prima hanno concordato il trasferimento provvisorio nell’unico fabbricato Ater immediatamente disponibile a Mosciano S. Angelo, in attesa della conclusione dei lavori di restauro e messa insicurezza del fabbricato di via Spezzaferro, e poi si sono rifiutati di sgomberare gli appartamenti dichiarati pericolosi. Mi pare, poi, inadeguato e strumentale l’atteggiamento di alcuni nostri avversari politici che si sono inseriti in questa triste vicenda solo per aumentare la confusione e non per dare un contributo alla soluzione del problema . Devo, infine far notare che l’Ater ha concesso l’uso dei sei alloggi sostitutivi di sua proprietà solo grazie al nostro insistente interessamento». Sul posto c’erano anche due consiglieri d’opposizione, tra cui Linda Di Francesco che ha detto: «Sul posto non c’era nessuno della maggioranza nonostante fossero al corrente del problema. Gli assistenti sociali non sapevano cosa fare». Presente anche Giovanni Rocchio che ha aggiunto: «Quando si fanno gli sgomberi le istituzioni devono essere vicine ai cittadini. Ricordo che il Comune ha un alloggio della “Silvi servizi” i cui locali potrebbero essere occupati da coloro che ne hanno necessità».
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