Palazzo Pompetti, sequestrate le carte 

La Procura ipotizza anche l’omissione d’atti d’ufficio, per ora a carico di ignoti. S’indaga sui gazebo installati per una festa

TERAMO. Finanzieri, agenti della Stradale e carabinieri si presentano in Comune alle 8. Inizia così la giornata che segna un ulteriore passaggio dell’inchiesta aperta dalla Procura sul mancato sgombero di palazzo Pompetti dichiarato inagibile più di due mesi fa.
Gli investigatori delegati dal pm Davide Rosati arrivano nell’ufficio del sindaco Gianguido D’Alberto, richiedendone la presenza, e nelle sedi dell’area tecnica, dove ci sono l’assessore Stefania Di Padova e il dirigente Remo Bernardi, e del settore commercio dell’ente. Il blitz scatta in tre edifici: l’ex Banca d’Italia in via Carducci che dopo il sisma del 2016 ospita le stanze destinate al primo cittadino e alla sua segreteria, l’immobile di via della Banca e il Parco della Scienza, dove sono stati trasferiti proprio i dipendenti evacuati da palazzo Pompetti. Ampia la delega data dal pm che indaga non solo per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità (l’ipotesi contestata ai sette commercianti) ma anche per omissione d’atti d’ufficio per ora a carico di ignoti. I finanzieri del Nucleo di polizia economica-finanziaria del comando provinciale, agenti della Stradale e i carabinieri per la Tutela del territorio hanno lavorato fino a pomeriggio inoltrato: i primi sequestrando atti ed estrapolando anche dati informatici da vari pc, i carabinieri ispezionando il nuovo cantiere di palazzo Pompetti aperto in via Capuani in questo caso con la presenza del consulente tecnico nominato da Rosati e che venerdì ha fatto già un primo sopralluogo. Gli investigatori hanno sequestrato documenti dal sisma del 2009 all’ordinanza di revoca dell’8 dicembre. E non solo. Hanno chiesto anche la documentazione (trovandone in questo caso ben poca) relativa all’installazione di gazebo sotto i portici per una festa privata (gazebo fatti rimuovere subito dal Comune) avvenuta qualche settimana fa. Nel mirino degli investigatori ci sono anche le perizie asseverate con cui cinque commercianti hanno ottenuto venerdì la revoca dell’evacuazione.
Dai locali al piano terra di palazzo Pompetti in realtà non si sono mai allontanati. I negozianti hanno sfruttato una disposizione emessa dalla passata amministrazione un anno e mezzo fa che consente alle attività produttive di evitare lo sgombero in presenza di lavori e di relative certificazione che attestino il ripristino delle condizioni di agibilità della struttura.
Nei giorni scorsi, quando anche il Comune ha completato i lavori di messa in sicurezza dell’immobile di competenza della parte pubblica, i negozianti hanno depositato le perizie asseverate ottenendo il provvedimento di revoca dello sgombero. «Da parte nostra c’è stata e ci sarà la massima disponibilità», afferma l’assessore Di Padova, «gli investigatori fanno il loro dovere come noi facciamo il nostro, abbiamo piena fiducia nella magistratura». (d.p.- g.d.m.)
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