Palpeggia la figlioccia 13enne, assolto 

Roseto, la ragazzina è la stessa il cui padre è stato condannato a 9 anni con l’accusa di aver violentato lei e la suocera

ROSETO. Il padre a giugno è stato condannato in primo grado a 9 anni per averla violentata. Ieri il padrino di battesimo, accusato di averla palpeggiata, è stato assolto. Lei aveva poco più di 13 anni quando chi avrebbe dovuto prendersi cura della sua vita gliel’ha stravolta per sempre. Perchè a quell’età bisognerebbe solo pensare alle passeggiate con le amiche, alla scuola, alla musica. E non a incidenti probatori o audizioni protette.
E’ ancora da un’aula di tribunale che la cronaca racconta il caso della ragazzina il cui padre a giugno è stato condannato a 9 anni per aver abusato di lei e della suocera, per aver maltrattato moglie e un altro figlio. Successivamente davanti al giudice era finito anche il padrino di battesimo della minore, un 50enne di Roseto, accusato di averla palpeggiata in alcune occasioni. Episodi emersi nel corso delle indagini fatte sul padre della ragazzina e confermate dalla stessa nel corso di due incidenti probatori. Per l’uomo, giudicato con il rito abbreviato, il pm Laura Colica, aveva chiesto una condanna a 4 anni e 3 mesi, ma il giudice Domenico Canosa (lo stesso magistrato che ha condannato il padre) lo ha assolto perchè il fatto non sussiste. Il perchè della decisione nelle motivazioni preannunciate tra sessanta giorni. L’uomo, che fin da subito aveva respinto ogni accusa, era difeso dagli avvocati Alessandro Recchiuti e Gabriele Cerasi. A rappresentare gli interessi della minore l'avvocato Anna Candelori, nominato curatore speciale.
La prima vicenda, quella delle violenze del padre, era emersa dopo la segnalazione di alcuni insegnanti. Docenti attenti che, evidentemente, erano riusciti a percepire i segnali di disagio della ragazzina, il cambiamento di una studentessa che da estroversa era diventata introversa, da sorridente imbronciata e silenziosa. Ma che, nonostante tutta, era riuscita a confidare qualcosa che non doveva cadere nel vuoto. La prima segnalazione aveva fatto scattare l'indagine che ben presto era diventata un fascicolo della procura. La polizia, a cui erano state delegate le indagini, aveva raccolto decine di testimonianze tra familiari e conoscenti. E proprio durante questi colloqui era emersa anche la violenza nei confronti della suocera. Dopo l'allontanamento del padre, la procura aveva continuato a fare i suoi passi e aveva ottenuto dal gip di ascoltare la minore con la formula dell'incidente probatorio in un'audizione protetta davanti al giudice nel corso della quale la ragazzina aveva confermato le accuse.
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