Passi carrabili, dubbi sulla tassa

Federconsumatori contesta tempi e modi: «Ci sono varie irregolarità»

TERAMO. «Passi carrabili: un bel pastrocchio». A dirlo è il presidente della Federconsumatori Teramo, Pasquale Di Ferdinando, che contesta il nuovo regolamento per l'occupazione di suolo pubblico. Ma non solo: anche le date per l'applicazione del relativo canone e delle tariffe e, soprattutto, gli aspetti relativi ai passi carrabili sono oggetto di scontro.

In merito ai primi due punti, il regolamento comunale indica all'articolo 42, comma 1, una data retroattiva per la sua entrata in vigore, cioè il 1º gennaio 2010.  In realtà l'articolo 52 del decreto legislativo 466 del 1997 (comma 2) dice che «i regolamenti sono approvati con deliberazione del Comune e della Provincia e non hanno effetto prima del 1º gennaio dell'anno successivo». Tradotto in parole semplici, dunque, il nuovo regolamento sarebbe dovuto entrare in vigore con un anno di ritardo, cioè il 1º gennaio 2011. 

Sul terzo punto, quello relativo ai passi carrabili, la Federconsumatori denuncia vari aspetti distorti. Dall'inizio dello scorso mese di luglio, per esempio, l'amministrazione comunale ha fatto pervenire ai cittadini richieste relative a documentazioni già presentate in passato. Richieste motivate in base all'articolo 22 del nuovo codice della strada. Questo comporta una spesa enorme per gli utenti, con costi che oscillano dai 600 ai 1.200 euro.  «Riteniamo sia superfluo consegnare altri documenti», spiega Di Ferdinando, «perché basta un'autocertificazione del cittadino nella quale si dichiari che i luoghi non hanno subìto alcuna modifica». 

Non è finita. La Federconsumatori di Teramo denuncia anche la mancanza, nel regolamento, di riduzioni o esenzioni previste dalle normative. In particolare, secondo l'articolo 49 del decreto legislativo 507 del 1993, «sono esenti dalla tassa di occupazione di aree pubbliche gli accessi carrabili destinati ai disabili».  Inoltre la Corte di Cassazione, con la sentenza 16733 del 2007, ha ribadito che «non sono soggetti a tassa o tariffa i passi a raso» in quanto questi ultimi, senza taglio di marciapiede, listoni delimitativi o altre opere «non determinano un'occupazione visibile del suolo pubblico». 

Una vicenda, questa della tassazione dei passi a raso, che un paio di mesi fa ha scatenato la reazione polemica del segretario comunale dell'Italia dei valori, Marco Di Giovanni.  Nel frattempo il 30 settembre, data ultima per il pagamento della tassa sui passi carrabili introdotta a febbraio e già prorogata durante l'estate dal Comune, è dietro l'angolo.

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