Pd, Di Sabatino è il candidato sindaco 

L’Unione comunale del partito designa il presidente della Provincia, tratterà con gli alleati anche per le possibili primarie

TERAMO. Il Pd ha designato il suo candidato sindaco. Si tratta di Renzo Di Sabatino che, nella riunione dell’Unione comunale del partito convocata dal commissario Sandro Mariani, ha ricevuto l’investitura ufficiale a guidare i Dem nelle elezioni di giugno. La designazione del presidente della Provincia era nell’aria già da tempo e con il pronunciamento da parte dell’organismo di riferimento del partito sul territorio cittadini ha ottenuto la consacrazione definitiva. Di Sabatino, oltre alla designazione, ha ricevuto anche il mandato ad avviare consultazioni con potenziali alleati, sia nel perimetro del centrosinistra che in area civica, per raccogliere convergenze destinati a formare la coalizione che tra poco più di due mesi si sottoporrà al giudizio degli elettori. «Porterà avanti le trattative al termine delle quali verificheremo insieme», fa sapere Mariani, «se ci sono le condizioni per una convergenza».
Il mandato esplorativo affidato a Di Sabatino è finalizzato anche a sondare i possibili alleati sull’eventualità di organizzare le primarie. In caso di accordo sul suo nome o anche su proposte diverse attualmente non considerate dal partito, la consultazione preliminare al voto sarà evitate. Questo sarebbe l’orientamento preferito dalla dirigenza locale dei Dem, sia per i tempi stretti della campagna elettorale, sia per non incappare in conflitti interni che, dalle primarie rischierebbero di condizionare il prossimo appuntamento con le urne. Di Sabatino, rispetto ad altri possibili candidati di coalizione, come potrebbero essere Gianguido D’Alberto e Giovanni Cavallari, è l’unico a essere iscritto al Pd e di conseguenza il partito gli ha attribuito la propria investitura. Gli altri due, infatti, anche se con tempi e modalità diverse hanno preso le distanze dai Dem e nei prossimi giorni dovranno confrontarsi con il presidente della Provincia per un eventuale accordo o per organizzare le primarie del centrosinistra. Su Di Sabatino, comunque, ci sono anche resistenze interne al partito. In particolare quella di Maurizio Verna, consigliere comunale di lungo corso, a cui è rimasto il dente avvelenato per la mancata designazione alla vicepresidenza della Provincia. Pur essendo stato rieletto poco più di un anno fa nel consiglio provinciale con un ampio consenso, infatti, non ha ottenuto l’incarico. Verna se l’è segnata al dito e già in tempi sospetti ha fatto sapere che, se Di Sabatino fosse stato candidato a sindaco del Pd, lui non lo avrebbe appoggiato.
Il tentativo di ricucitura dei rapporti, dunque, potrebbe riguardare anche lui, ma di sicuro il mandato ricevuto dal presidente della Provincia, che in passato è stato anche sindaco di Bellante, ha una portata più ampia. I Dem, scegliendo Di Sabatino, si sono affidati alla figura di maggior rilievo amministrativo di cui dispongono sul territorio e di fatto scoprono le loro carte per riconquistare la guida del Comune.
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