Petto escavato, 14enne guarisce con un intervento innovativo

Prima in Abruzzo, la Chirurgia toracica del Mazzini di Teramo usa una tecnica mini invasiva Crisci: sollevato lo sterno con due barre in titanio. La mamma: ora è felice se si guarda allo specchio

TERAMO. Ha riconquistato il diritto a vivere pienamente la sua adolescenza. E’ un ragazzo dell’Aquila operato nel reparto di chirurgia toracica dell’ospedale di Teramo con una tecnica utilizzata per la prima volta in Abruzzo.

D.S. aveva un cosiddetto “torace escavato”. In sostanza il ragazzo soffre di un’anomalia congenita della gabbia toracica che presenta un affossamento al centro. Si tratta di un problema che qualche volta porta anche problemi cardiaci, ma più spesso comporta incredibili problemi psicologici. Obiettivamente si tratta di una malformazione che non passa inosservata se si vuole andare a torace scoperto.

Ma ovviare al problema con la chirurgia tradizionale significa sottoporsi a un intervento molto complesso. Invece nel reparto di chirurgia toracica del Mazzini, convenzionato con l’università dell’Aquila, l’intervento è stato eseguito con una tecnica mini invasiva mai praticata in Abruzzo. L’intervento è stato eseguito 15 giorni fa, è perfettamente riuscito ed il ragazzo è tornato a casa dopo soli tre giorni.

«Per i pazienti con deformità del torace, in particolare con il torace escavato», spiega Roberto Crisci, docente universitario e direttore della chirurgia toracica dell’ospedale di Teramo, « c’è una tecnica mini invasiva che consiste – evitando il vecchio intervento demolitivo che prevede la resezione di tutte le cartilagini costali – nel posizionare per via toracoscopica, attraverso due piccole incisioni, una o due barre in titanio per la correzione del difetto».

E se prima era necessario fare un grosso taglio sullo sterno, ora i due tagli laterali sono minimi e questo influisce sui tempi di recupero del paziente, che sono molto minori. «Nei due piccoli tagli si inserisce la barra modellata sul paziente», riprende Crisci, «la barra si tiene due-tre anni: il ragazzo cresce, acquisisce una normale ossificazione, poi si toglie con un intervento semplicissimo». Nei due-tre anni lo sterno si rimodella, visto che l’intervento è indicato sugli adolescenti, che hanno le ossa ancora elastiche.

I chirurghi dell’equipe di Crisci spiegano che un torace molto escavato può dare problemi come insufficienza respiratoria e alterazioni cardiache. Ma questi sono i casi più gravi, di solito invece causa un grave disagio psicologico. I ragazzi evitano di andare al mare o di fare sport, perchè preferiscono non mostrare il torace. «Infatti abbiamo avvertito il nostro giovane paziente che l’intervento sarebbe stato doloroso, nell’immediato post-operatorio, ma non ha battuto ciglio», rivela Crisci.

Non a caso adesso D.S. è sollevato. Per lui inizia una nuova fase della vita. Lo testimonia anche la madre. «Mio figlio non aveva problemi patologici, ma accusava un disagio», racconta N.M., «inizialmente col pediatra avevamo pensato di eliminare la forma incavata con lo sport, ma il problema si è accentuato. Aveva problemi a far vedere il torace, per esempio al mare. E a un certo punto mi ha detto: “Mamma cerchiamo una soluzione”. Non è stata una passeggiata, lui è stato proprio coraggioso. Prima dell’intervento si è documentato su internet. Ha affrontato l’operazione senza paura, ora è entusiasta. Si guarda allo specchio e si vede bene». E a giorni tornerà a scuola.

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